Il Movimento 5 Stelle rischia l'implosione
Conte affondato e deluso da Grillo: “Svolta autocratica, è mortificazione del M5s”
Beppe Grillo doveva decidere “se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione” secondo Giuseppe Conte. È finita, con la conferma di praticamente tutti i pronostici, a colpi di “Vaffa”. Niente nuovo Movimento 5 Stelle guidato dall’ex Presidente del Consiglio, niente accordi sullo Statuto, nessuna nuova forma di leadership dei grillini. Il comico e garante e fondatore ha affondato l’iniziativa da lui stesso caldeggiata dopo giorni di telefonate, gelo, tensioni, distanze quindi incolmabili: “Non possiamo lasciare che un movimento nato per difendere la democrazia diretta si trasformi in un partito unipersonale. Conte non ha visione politica”, ha scritto Grillo sul suo Blog. Conte Out.
L’ex premier intanto dice di guardare avanti. Ci è rimasto male, “non tanto per me – ha detto intercettato dalle telecamere di Lapresse – Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per una intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro“. Insomma Grillo ha scelto di fare il padre padrone del Movimento, per citare le parole di Conte nella conferenza stampa di lunedì pomeriggio.
L’“Avvocato del Popolo” viene in qualche modo buttato fuori, spodestato prima di sedersi. Non avrebbe intenzione di tornare a insegnare diritto privato a Firenze. Pare che ormai veda il suo futuro in politica. C’è ancora qualcuno che insiste affinché si candidi alle suppletive di Roma per un seggio alla Camera. Solo voci al momento. Insomma la traiettoria politica dell’ex Premier, con il governo M5s-Lega e quello M5s-Pd, sembra non finire qui. Anzi potrebbe ripartire proprio da quella parte di Movimento delusa dalle parole di Grillo. “Non farò un mio partito, non voglio fare un mio partito personale”, aveva detto l’ex premier mentre ancora si lavorava a un’intesa. Un suo progetto vorrebbe essere a lungo termine – e in teoria le prossime politiche sono nel 2023.
Il punto più clamoroso del “vaffa” di Grillo è intanto la scelta di indire una consultazione sulla piattaforma Rousseau per l’elezione del comitato direttivo. Decisione che non condividerebbe gran parte dei parlamentari. I dati sono intanto in mano all’ex leader politico Vito Crimi, vicinissimo a Conte. È attesa per oggi l’assemblea dei deputati pentastellati, ma le possibilità di ricucitura tra i due fronti sembra ormai molto complicata. Non è esclusa l’ipotesi della scissione. Il Movimento rischia l’implosione.
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