Non accenna a placarsi la polemica sui verbali del Comitato Tecnico Scientifico, che rivelano come gli esperti avessero suggerito alla Presidenza del Consiglio di chiudere Alzano Lombardo e Nembro già al verificarsi delle prime avvisaglie di contagio, circostanza smentita dal premier Conte che anche ai giudici aveva detto di non essere stato edotto dell’esigenza.

Il premier avrebbe dunque mentito o sarebbe stato tratto in inganno dalla ricostruzione dei dati fatta nelle ore concitate del 3 marzo, quando vennero prese le decisioni riguardanti il perimetro della Zona Rossa? Intanto fa chiarezza il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo: i verbali delle riunioni del Cts «non sono mai stati desecretati, perché non sono mai stati segreti. Sono stati considerati riservati. Ci sono state delle aspettative su questi “verbali segreti” che sono probabilmente esagerate».

Dello stesso avviso il ministro Francesco Boccia, Affari regionali: «Non c’è nessun segreto, nessuna cosa riservata, il presidente del Consiglio ha fatto tutto alla luce del sole, per alcuni fin troppo, ha sempre spiegato tutto e ha fatto bene. I verbali dimostrano che il governo ha fatto sì che la prudenza fosse la stella polare delle scelte e oggi l’Italia è il Paese più sicuro e perché abbiamo chiuso tutto quando i tecnici dicevano di chiudere alcune aree e altre no. Se chiedete oggi ai tecnici, diranno che è stato corretto farlo», ha spiegato il ministro delle Regioni. La Lega e Forza Italia alzano le barricate.

Per Calderoli le carte “finalmente desecretate” chiariscono quanto accaduto: «Dopo la pubblicazione di queste carte, in un Paese normale, il presidente del Consiglio in quanto responsabile politico dell’azione del suo Governo, si dimetterebbe all’istante». I bergamaschi della Lega Calderoli, Belotti, Pergreffi e Frassini sostengono che Conte e il suo governo «hanno perso giorni preziosi per contenere il virus». Certamente era chiaro a tutti che la situazione nella bergamasca non era, non poteva essere normale. Dal primo marzo le strade della provincia diventano il circuito dove decine di ambulanze sfrecciano senza sosta. Il 3 marzo gli ospedali di Bergamo sono saturi, le terapie intensive già insufficienti. A Roma la protezione civile si riunisce a via Vitorchiano, dove un gigantesco display della Lombardia è drappeggiato di luci incandescenti.

Rodato sul protocollo dei terremoti, il gabinetto di crisi fatica a trovare l’epicentro tra tanti contagi. Sul monitor generale lampeggiano due lucette rosse, in corrispondenza dei due piccoli comuni. Viene sentita la Regione Lombardia, si telefona a Gallera. Viene sollecitato il parere del Comitato tecnico scientifico. Da Gallera, stando a quanto dichiarato ieri sera dal Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, nessuna sollecitazione da parte di Palazzo Lombardia per estendere la Zona Rossa ad Alzano Lombardo e Nembro.

Il Comitato tecnico scientifico invece emette un parere preciso: i due comuni vanno chiusi. Scrivono gli esperti: «Sono giunti all’ISS i dati relativi ai Comuni di Alzano Lombardo e Nembro. I due Comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molte probabilità ascrivibili a un’unica catena di trasmissione. Ne risulta pertanto che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio. In merito il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi».

Il sindaco di Bergamo. Giorgio Gori, mette la palla al centro con un tweet: «Che il Cts avesse raccomandato la zona rossa in Val Seriana lo sappiamo dal 3 marzo. Che accade poi? Il governo esita 4 giorni e poi opta per la zona arancio estesa a tutta la Lombardia. La Regione, invece, si chiama fuori: la ZR non tocca a me. Ma non la chiede neanche al governo». E c’è da fare i conti con una opinione pubblica comprensibilmente sconfortata.

«Riteniamo – dichiara al Riformista Consuelo Locati che rappresenta i cittadini del comitato “Noi denunceremo” – una inutile mossa l’aver desecretato verbali che, rispetto alla mancata istituzione della zona rossa nel bergamasco, sono assolutamente incoerenti. Noi pretendiamo che vengano desecretati tutti i documenti ed i verbali a decorrere dal 22 gennaio e sino al 03 marzo: solo attraverso quei verbali potrà emergere quale e a chi attribuire la responsabilità delle omissioni che hanno portato ad una strage annunciata».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.