Tra i vari drammi nel mondo del lavoro nel corso dell’emergenza coronavirus c’è quello dei lavoratori stagionali aeroportuali che si ritrovano, di colpo, senza occupazione e senza alcuna offerta di sostegno da parte del governo.

“Da decenni – spiegano in una nota gli stagionali dell’aeroporto internazionale di Napoli – lavoriamo per gli aeroporti di Italia per circa 6-7 mesi l’anno ed abbiamo fatto di questa modalità di lavoro la nostra vita, nonostante la sua precarietà. La diffusione del coronavirus ci ha messi di fronte all’impossibilità di lavorare per un periodo indefinito e dal momento che la nostra azienda ha previsto una cassa integrazione di 12 mesi per i propri dipendenti a tempo indeterminato, quali speranze abbiamo noi, lavoratori stagionali, di tornare a breve ad una vita lavorativa regolare?”.

“La nostra crisi – sottolineano – non finirà quando il picco del coronavirus sarà passato, le conseguenze saranno per noi sul lungo periodo e possiamo comprendere che l’attuale urgenza aziendale sia quella di
occuparsi ora dei propri dipendenti a tempo indeterminato, ma non possiamo accettare che
anche lo stato, in questo momento di sconforto, ci lasci soli”.

“I lavoratori con contratto stagionale legato al turismo – precisano – non operano soltanto negli alberghi e nei ristoranti ma anche nei trasporti, nei servizi e nel commercio. Crediamo sia opportuno, pertanto, che
anzitutto l’INPS permetta a tutti i sopracitati di poter accedere al bonus di 600 euro previsto dal decreto
“Cura Italia” senza distinzione di codice ATECO, per poter poi valutare la creazione di una forma assistenziale e di sostegno come il prolungamento della Naspi”.

“Noi precari del trasporto aereo – concludono – siamo tra le prime vittime di questa profonda crisi e non possiamo accettare che ci siano precari sostenuti e precari dimenticati. Deve esserci una soluzione anche per noi, poiché come i rappresentanti del governo ci assicuravano pochi giorni fa, “nessuno perderà il lavoro a causa del coronavirus”.

 

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