Breve e drammatico discorso televisivo da parte del Premier Boris Johnson. “Da questa sera devo dare al popolo britannico un’istruzione molto semplice: dovete stare a casa”. Il Regno Unito quindi chiude tutto, fatta eccezione per le attività necessarie. E segue l’esempio dell’Italia, nell’adozione di misure di contrasto alla diffusione del coronavirus. La giravolta di Johnson è completa. Soltanto il 13 marzo il premier si era reso protagonista di un’uscita che aveva fatto molto discutere. “Abituatevi a perdere i vostri cari”, aveva detto e poi aggiunto che il Paese avrebbe affrontato la diffusione del Covid-19 sviluppando l’immunità di gregge. Ma i numeri della pandemia devono aver fatto cambiare idea al premier e al governo e da oggi il Regno Unito è in lockdown.

Nelle parole dell’ex-sindaco di Londra poca retorica, nessuna lungaggine, nessuno scivolone. “Il coronavirus è la più grande minaccia che questo paese abbia affrontato da decenni, e non siamo i soli. In tutto il mondo stiamo vedendo gli effetti devastanti di questo assassino invisibile”, ha esordito Johnson. “È fondamentale fermare la diffusione della malattia tra le famiglie. È vitale rallentare la diffusione del virus, ridurre il numero di persone che necessitano di cure ospedaliere, in modo da poter proteggere la capacità del sistema sanitario nazionale di salvare più vite umane possibile”. Quella del sistema sanitario è la questione principale dell’intervento: “Nessun servizio sanitario al mondo potrebbe farcela; perché non ci saranno abbastanza ventilatori, abbastanza letti di terapia intensiva, abbastanza medici e infermieri” e perciò “se troppe persone si ammalano contemporaneamente, il sistema sanitario nazionale non sarà in grado di curarle, il che significa che più persone rischiano di morire, non solo per il coronavirus”. Johnson ha chiesto ai cittadini di collaborare all’enorme sforzo nazionale. “Abbiamo prodotto – ha detto – un programma enorme e senza precedenti di sostegno sia per i lavoratori che per le imprese. Al momento la strada da percorrere è difficile, ed è vero che molte vite ancora saranno tristemente perse”.

Da oggi saranno quindi chiusi i negozi – anche di abbigliamento ed elettronica, biblioteche, parchi giochi, luoghi di culto – che non offrono servizi o merce non essenziale; sarà concesso fare sport ma soltanto nei pressi della propria abitazione e una volta al giorno; sarà possibile uscire per assistenza medica o per prestare assistenza a una persona vulnerabile; sarà permesso il pendolarismo lavorativo qualora non dovesse essere possibile lavorare da casa; sarà possibile andare al parco per fare attività fisica ma saranno dispersi gli assembramenti. La polizia potrà sciogliere infatti i gruppi di persone e chiedere spiegazioni su comportamenti non in linea con le nuove disposizioni. Restano i collegamenti – e la cosa ha destato qualche critica – con l’estero via mare e via aerea, anche con i Paesi più colpiti dal contagio; il prossimo passo potrebbe essere quello di vietare anche quelli.

Il Regno Unito, secondo dati della Johns Hopkins University & Medecine, conta a oggi 6.650 casi di contagio e 335 decessi.

Redazione

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