Sta salendo gradualmente la tensione internazionale per la corsa allo Spazio e l’Europa non può tirarsi fuori dalla competizione geopolitica. Non si gareggia solo sul livello di innovazione tecnologica, ma anche sulla direzione che si vuole intraprendere. In poche parole: o si cambia strategia a livello europeo oppure si rimane indietro. Ad oggi la Nasa sta lavorando per riportare gli astronauti sulla Luna entro la fine del 2024. A tal proposito ha già assegnato contratti per 150 milioni di dollari ad alcune aziende per realizzare nuove infrastrutture. Sfida a viso aperto con i BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa per esplorare e colonizzare il mondo extraterrestre. Il modello americano si basa su una forma di partneriato pubblico – privato, in cui la Nasa e il Pentagono svolgono un ruolo di sicurezza e supporto, ma i privati esercitano un ruolo sempre più decisivo nello sviluppo di nuovi mercati e nell’espansione umana nello Spazio.

Un esempio è il settore dei lanciatori, prolifico negli Usa, da rivedere in Europa. La svolta è avvenuta con la linea politica del Presidente Obama, che ha avallato i privati nella progettazione, fabbricazione e gestione dei veicoli di lancio e delle astronavi. L’Europa, invece, è rimasta ferma a schemi legati ad appalti governativi e uno sviluppo industriale monopolistico. Per recuperare terreno il modello va superato incentivando la comparsa di nuovi imprenditori, che come Elon Musk negli States, possano prendere iniziativa nel settore, investendo capitali e risorse private. È vero che il mondo finanziario europeo è molto diverso da quello americano, ma questo non vuol dire rinunciare alla partita dell’esplorazione spaziale. Nel contesto geopolitico attuale è necessario avere dei mezzi propri nello Spazio per potere contare negli equilibri mondiali.

L’Europa non può immaginarsi di restare in una posizione “dipendente” dallo strapotere americano, al contrario bisogna cambiare passo e puntare ad una propria autonomia. Attrarre fondi di Venture Capital e creare un ecosistema a sostegno degli investimenti del settore aerospaziale sono prerogative a cui l’Europa non può rinunciare. Ciò non vuol dire emulare il “capitalismo stellare” del modello americano, popolato da privati che puntano anche ad un ritorno sul proprio business terrestre, ma sviluppare un nuovo modello dove pubblico e privato possano collaborare per raggiungere obiettivi di medio-lungo termine. Di certo è che lo Spazio non può essere un affare lasciato in mano a poche aziende nel mondo, perché l’interesse è di tutti gli umani.

Giovanni Siragusa - studente di Meritare l'Europa

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