Italia
Corsa dei BTP: arriva la fine del concetto di “periferia”
La convergenza tra i titoli di Stato periferici e quelli semi-core dell’Eurozona è ormai quasi completata. A guidare il movimento ci sono i BTP, che nelle ultime settimane hanno sovraperformato non solo Bund e OAT, ma anche gli stessi bond periferici. Mentre i rendimenti decennali tedeschi e francesi hanno registrato un progressivo rialzo, i BTP si sono mossi in controtendenza, restando sorprendentemente stabili. Risultato: lo spread decennale contro Bund viaggia ormai a metà area 70 punti base, con un differenziale di fatto azzerato contro OAT.
La narrativa non è più quella di un’Italia strutturalmente fragile, ma di un quadro in rapida convergenza con il cuore dell’Eurozona. Da un lato, Roma ha migliorato le proprie proiezioni di deficit, mentre Berlino ha scelto di allargarlo deliberatamente per finanziare infrastrutture e difesa. Sul fronte francese, la forbice si è aperta ancora di più: lo spread BTP-OAT si è ristretto di circa 35 punti base da aprile, riflettendo il deterioramento del profilo di credito di Parigi – con un downgrade e due outlook negativi nell’ultimo anno – contro un’Italia che ha incassato un upgrade e due outlook positivi. Fitch potrebbe siglare la divergenza già a settembre, con un taglio ad A+ per la Francia e un upgrade a BBB+ per l’Italia. In più, l’instabilità politica a Parigi pesa come ulteriore variabile a favore di Roma. Ma il vero motore della rimonta italiana restano i flussi. Dopo il boom della domanda retail nel 2023, nel 2024 i non residenti hanno comprato BTP per 120 miliardi di euro, cifra eccezionale che ha ribaltato la narrativa di un mercato dominato dal rischio domestico.
Nei primi cinque mesi del 2025 gli acquisti netti esteri hanno già sfiorato i 50 miliardi, con le banche italiane tornate protagoniste sul lato buy. I dati dell’FMI e della BCE confermano che i flussi in ingresso sull’Italia si sono in parte sostituiti a quelli sulla Francia: nella prima parte del 2025 gli investitori extra-Eurozona hanno acquistato solo BTP e SPGB, restando sostanzialmente fermi su Bund e OAT. La domanda, ora, è fino a dove possa spingersi la compressione. Gli scenari più ottimistici stimano uno spread BTP-Bund a 70 punti base e un BTP-OAT addirittura in territorio negativo, a -5 punti base. Con emissioni di Bund e OAT in arrivo che tendono a deprimere i rispettivi lunghi e la stagionalità tipica del quarto trimestre favorevole ai titoli italiani, il momentum resta tutto a favore di Roma.
Per i BTP, insomma, il marchio di “periferia” sembra ormai definitivamente superato. Sarebbe però un errore cadere nella compiacenza. Il nostro Paese rimane indietro in termini di servizi e infrastrutture, ha dei seri problemi nella scuola, sanità e Università, vanta un costo molto alto dell’energia, e manca ancora di una chiara politica industriale. In sintesi veniamo percepiti come un Paese stabile e affidabile e questa è un’ottima cosa sulla quale costruire. Qualora però ci limitassimo a ciò per edificare una narrativa politica autoreferenziale, l’esito risulterebbe inevitabilmente rovinoso.
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