Economia
L’Ue punta a ridurre il deficit su risparmi e sistemi di pagamento per reagire ai dazi
Trump vuole diminuire i vincoli europei sulle piattaforme digitali, la risposta di Bruxelles è asimmetrica

Nell’economia della globalizzazione (1990-2020) UE e Cina hanno rafforzato la produzione industriale e aumentato le esportazioni, mentre gli USA hanno ridotto la produzione, che ha perduto competitività, e hanno investito sulla finanza. Lo schema trentennale è stato quello di uno squilibrio commerciale tra USA da un lato, UE e Cina dall’altro, compensato dall’oligopolio mondiale delle imprese statunitensi nei settori del risparmio (il risparmio europeo “esportato” è investito prevalentemente in fondi USA) e dei sistemi di pagamento (VISA/Mastercard). L’equilibrio – un tavolo su tre gambe – ha garantito la stabilità del dollaro e ne ha confermato il ruolo di moneta degli scambi internazionali, riducendo euro e renminbi al ruolo marginale di monete regionali.
Questo equilibrio ha iniziato a incrinarsi con l’evoluzione delle piattaforme digitali e, oggi, delle blockchain, anche queste oligopolio USA, con eccezioni russa e cinese. Le piattaforme sono già ora – e lo diverranno sempre più in futuro – veri e propri ordinamenti giuridici privati, e forniscono strumenti (servizi inizialmente, ma ora anche prodotti) in concorrenza sia con la produzione europea e cinese, sia con i sistemi di pagamento USA.
La nuova situazione di squilibrio ha generato una reazione dell’UE, che ha regolato il fenomeno delle piattaforme digitali e della blockchain. Trump si è inserito in questa evoluzione e, riducendo il tema dell’equilibrio globale a quello del deficit commerciale USA (una delle tre ‘gambe’), utilizza i dazi, che rappresentano uno strumento (sbagliato) per ridurlo. Il negoziato sui dazi lo conduce però – al di là della vetrina ad uso elettorale – sulla vera contropartita: la riduzione nell’UE dei vincoli alle piattaforme digitali statunitensi. Imprese private che Trump usa per finalità pubbliche.
La blockchain ha offerto a Trump anche la soluzione al problema che la politica dei dazi sta iniziando a provocare: inflazione e, prima o poi, rialzo dei tassi di interesse USA, che appesantiscono il costo del debito. Una soluzione per Trump è nelle “stablecoin”, criptoattività stabili, in quanto ancorate al dollaro, che consentono una spesa esterna al bilancio pubblico, di cui quindi non aumentano il deficit, e al contempo rafforzano il ruolo del dollaro come moneta degli scambi internazionali.
La reazione europea ai dazi è asimmetrica, diretta a ridurre il deficit europeo sia sul risparmio sia sui sistemi di pagamento. Sul primo costituisce il mercato unico del risparmio e degli investimenti, con incentivi per ridurre l’esportazione di risparmio verso gli USA, e il mercato segue con interesse. Sul secondo fronte la UE è meno attiva, perché le imprese non stanno creando sistemi di pagamento alternativi a quelli USA. Questo è il punto debole. Il “reshoring” del risparmio non è sufficiente a produrre effetti significativi sulla moneta, che è il campo in cui si gioca la partita vera. Su questo fronte, la combinazione (urgente) di fondi pubblici e investimenti privati rappresenta la soluzione.
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