Quando Goethe descrive la costiera amalfitana a metà dell’800 ne resta folgorato. Il viaggio nel Sud Italia dello scrittore tedesco, (ospite in un convento del 1200 fondato dai Francescani meglio conosciuto oggi come l’Hotel Luna di Amalfi) non ha le caratteristiche del Grande Tour al quale si erano conformati molti giovani ricchi del nord Europa, alla ricerca di quella classicità a lui tanto cara e ai grandi viaggiatori dell’Italienische reise. Quel percorso obbligato che incanta da secoli e che parte da Salerno (Vietri sul mare, famosa per le sue ceramiche in tutto il mondo) inaugurata da Ferdinando di Borbone II credo nel 1853 e che arriva a Positano per poi diventare Costiera Sorrentina è da sempre un rifugio per turisti glamour, intellettuali e pensatori non convenzionali. Qualcuno ricorda ancora le passeggiate di Jacklin Kennedy, con quella camicia a quadrini bianchi e rossi, sorridente e scalza per le vie di Amalfi, accompagnata da un giovane intraprendente Gianni Agnelli.

Altri hanno in mente alcuni scorci di Paisà (1948) di Roberto Rossellini. I soldati arrivano in una Maiori deserta; i tedeschi sono in fuga e la popolazione è asserragliata nel convento di S.Domenico. Seguiranno pellicole come La macchina ammazzacattivi e Viaggio in Italia con Ingrid Bergman. Per non parlare di quando mio zio nel 1953 all’epoca giovane laureando in medicina, fu fermato da due tizi di nome Humphrey Bogart e John Huston sulla corriera da Napoli a Vietri sul mare per avere alcune indicazioni su come raggiungere Ravello. Il film si sarebbe chiamato Beat the Devil (1953) scritto da Truman Capote. C’è ancora una targa nella piazzetta di Ravello che ne ricorda l’evento.

A Ravello Wagner compose nel maggio del 1880 il suo secondo atto del Parsifal dai gradini di Villa Rufolo. Ravello per anni ha accolto fughe non solo polifoniche ma anche d’amore come quella celebre tra Greta Garbo ed il compositore Leopold Stokowsky(compositore di Fantasia della Disney, per averne un idea).Gore Vidal scrittore americano “scomodo” ha vissuto per più di trent’anni nella sua meravigliosa rondinaia, una villa a strapiombo sul mare comprata nel 1927 dalla contessa Szecheney, figlia di Ernest William Beckett e costruita dal genio ravellese Francesco Amato.

Lo scrittore ha ospitato centinaia di personaggi dello showbiz hollywoodiano che si potevano incontrare a passeggio tra le stradine di Ravello. Oggi Ravello è conosciuta come Città Concerto. Non da meno la bellissima villa che un generale inglese acquistò nel dopoguerra a Positano, ceduta poi a Franco Zeffirelli dove con il suo amico Rudolph Nureyev ballerino e coreografo russo di fama mondiale chiese la cittadinanza agli amalfitani per vivere da eremita sulle isole dei galli(di fronte Positano) ma soprattutto lontano da una Russia troppo conformista e arrogante(la storia si ripete). Il regista Italiano amante dell’opera e il ballerino russo naturalizzato amalfitano trascorsero tantissime Estati a contemplare la napoletanità e la gestualità dei movimenti degli abitanti locali. Complice forse un altro vicino di casa, Eduardo De Filippo che accanto alle isole dei galli aveva Comprato quella che per noi veniva chiamata l’isola dei De Filippo.
Ma il tempo passa per tutti e le mode cambiano, io stesso ritrovo foto un po’ sbiadite che ritraggono mia madre e le sue sorelle scalze per le stradine di Positano vestite alla moda con abiti di Pepito (sarto positanese che lancio le palandrane di lino alla fine degli anni 70).

Oggi enormi Yacht occupano le baie di Amalfi Positano e Praiano. È tutto molto segreto, affollato e diversamente alla moda. Il limoncello che si andava a contrattare alle porte dei contadini di Atrani per averne una prelibata bottiglietta o la colatura di alici raccolta con cura dai pescatori cetaresi oggi non esistono più.
Hanno un Franchising un negozietto con le etichette stampate a Correggio o Novara. L’odore del cuoio dei sandali fatti a mano non si avverte più nell’aria. Eppure tutti quei personaggi del passato in qualche modo aleggiano ancora oggi non solo nella memoria di chi li ha vissuti, intravisti o ascoltati, ma negli scorci di alcuni vicoletti strettissimi costruiti per seminare più facilmente le incursioni dei saraceni. I colori che questo tragitto offre inevitabilmente in un unico sentiero obbligato che varia da paese in paese diedero a Flavio Gioia l’intuizione di inventare la bussola marina.

Tale era forse la vertigine mistica di chi ne percorreva i i suoi sentieri. Ma la costiera resta affascinante e misteriosa, muta come stanno mutando le stagioni. Se andate alla Pasticceria Pansa ad Amalfi però potrete ancora cogliere cosa è stata la costiera elegante e glamour degli anni 60/70. Se prendete un barchino dai Lucibello a Positano potrete ancora andare a pranzo scalzi alla Tonnarella. E quando cala la sera nelle onde d’orate del piccolo motore che vi riporta a casa potrete sentire una brezza romantica, un piccolo vento che fa rientro a casa, tutte le sere, come tanto tempo fa.

Yari Gugliucci

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