Il lockdown ha colpito anche le parole. La pandemia ci ha abituati a un linguaggio nuovo, spesso medico, e all’utilizzo di termini inglesi, che non conoscevamo o che certamente non facevano parte del nostro vocabolario quotidiano. Covid, mascherina, contagio e tamponi sono le parole usate con più frequenza dai napoletani sui social. A differenza di quanto avviene in altre grandi città d’Italia, però, a Napoli resistono molte parole legate ai problemi più sentiti dalla cittadinanza: mobilità, tangenziale, traffico, scuola e manutenzione. Per chi vive nel capoluogo campano, quindi, il problema non è solo il virus ma anche una città sempre trafficata, nella quale la manutenzione è un miraggio e, al primo soffio di vento, si chiudono parchi, cimiteri e scuole.

È ciò che emerge dall’analisi che Spin Factor, società leader nella consulenza istituzionale, politica e aziendale, ha realizzato in esclusiva per Il Riformista: uno studio che ha preso in esame le conversazioni generate intorno al topic «Napoli» su Twitter, Instagram e Facebook. Sono stati analizzati i post in lingua italiana prodotti nel periodo che va dal 3 ottobre fino a ieri. Su 37 milioni di parole prese in esame, l’analisi semantica, realizzata attraverso il monitoraggio dei post prodotti dagli utenti, ha evidenziato una netta prevalenza di conversazioni relative all’argomento “sanità”, a seguire le conversazioni si sono concentrate su “mobilità” e su “scuola”. Indubbiamente la situazione sanitaria è la questione che preoccupa di più. “Positivi” è la parola più utilizzata nei post, gli utenti cercano di capire quanti ce ne sono e, soprattutto, dove vivono.

La mappa della città con i quartieri e i relativi contagi, infatti, ha registrato un boom di clic. Una ricerca frenetica dell’informazione per cercare di evitare il Covid, dunque, che compare al secondo posto nella classifica dei termini più utilizzati. “Tamponi” è un’altra parola molto ricorrente, in questo periodo, nelle conversazioni sui social, tanto che nel vocabolario Zingarelli 2021 figura una nuova accezione del termine “tamponare”: d’ora in poi vorrà dire anche «sottoporre a esame diagnostico, mediante tampone, campioni di secrezioni organiche», oltre a indicare l’incidente tra una o più vetture. Senza dubbio la parola “tampone” viene digitata anche per sapere dove vengono eseguiti e chi è autorizzato a farli. Anche “mascherina” e “contagio” sono molto presenti nelle conversazioni. Le regole sull’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale hanno subito tante variazioni e questo spinge a digitare la parola per sapere dove e quando vanno indossate, con relativi danni e benefici.

Ma i napoletani restano preoccupati anche per il traffico visto che, dopo il crollo di una parte della Galleria Vittoria, la conseguente chiusura e la definizione di un nuovo piano traffico, la mobilità è andata in tilt. E così le parole “traffico”, costante delle strade di Napoli, e “tangenziale”, incubo anche dei pendolari che lavorano nel capoluogo o nei suoi pressi, figurano nella classifica di quelle più digitate. Pure la scuola è tra gli argomenti di discussione più gettonati. La riapertura degli istituti ha mandato nel panico mamme, alunni e docenti. La mancanza di banchi monoposto, di mascherine e disinfettanti per le mani, bimbi arrivati in classe con la febbre, i primi positivi all’interno dei plessi e poi la chiusura e la sanificazione di decine di scuole sono sicuramente tra gli argomenti più ricorrenti.

E in una città dove le strade diventano ruscelli dopo pochi minuti di pioggia, gli edifici pubblici si sbriciolano un giorno sì e l’altro pure, gli alberi crollano alla prima raffica di vento, una delle parole più utilizzate è “manutenzione”. Segno che le condizioni complessive di Napoli preoccupano non poco chi vi abita o lavora. «Nelle ultime ore si è sviluppato un trend “manutenzione” legato alle piogge di domenica che hanno creato forti disagi in diverse aree della città – precisa Tiberio Brunetti, fondatore di Spin Factor – Quello che emerge da questo studio, è il quadro che deve tenere presente chi oggi lavora in vista delle prossime elezioni comunali».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.