In direzione nazionale del PD il segretario Letta ha posto l’accento sul sostegno a Draghi e sulla sfida enorme del PNRR con risorse senza precedenti per lo sviluppo dell’Italia. Decisivo vincere la sfida anche per l’Europa che ha scommesso su Next Generation EU e per essere credibili nel chiedere che diventi misura strutturale.

Nell’intervenire in direzione ho posto alcune questioni. Il PD ha assolto alla sua funzione di partito al servizio del Paese sostenendo il Governo Draghi e respingendo la linea o Conte o elezioni, così come è avvenuto in altri frangenti drammatici per l’Italia. Il PD ha servito l’Italia sostenendo il Governo Monti quando il Paese stava per saltare e nessuno comprava più i titoli di stato italiani. Così il PD ha fatto bene a formare governo nella scorsa legislatura a partire dal Governo con Forza Italia per rispondere alla necessità di guidare il Paese alle prese con la grave crisi internazionale 2008-2013. Ancora nel 2019 il PD ha rotto il fronte sovranista e riportato l’Italia in Europa . Così oggi la destra è spaccata e l’allargamento della base europeista è un obiettivo costante del nostro partito così come la DC perseguiva l’allargamento della base democratica dell’Italia nell’epoca della guerra fredda e del terrorismo degli anni ‘70. Cosa avrebbe dovuto fare il PD ? Disimpegnarsi per non essere al governo a tutti i costi e per preparare un’alternativa dura e pura ? No , avremmo solo lasciato il Paese alla deriva con la rottura del tessuto sociale. Questa vocazione del PD alla responsabilità al servizio dell’Italia è una declinazione della vocazione maggioritaria e della sua identità di partito utile per la vita delle persone, interprete delle aspirazioni al cambiamento e per una vita migliore di tutti i cittadini. Non siamo nati per testimoniare o per fare opposizione rappresentando un segmento di società . Giustamente il Segretario Letta ha sottolineato come il PNRR costituisca un’occasione unica per l’Italia non solo per superare la crisi attuale ma per aggredire e risolvere ritardi strutturali che zavorrano il Paese.

Il divario tra Nord e Mezzogiorno, il divario di genere che produce la disoccupazione femminile più altra d’Europa, il divario tra generazioni che penalizza i giovani, l’essere il Parese più vecchio d’Europa e con meno nascite a livello mondiale. Il Paese è chiamato ad affrontare le riforme della giustizia, della Pubblica Amministrazione, del Fisco e la sfida per la ricerca, l’innovazione , l’istruzione è la cultura. Il PD è in prima linea su queste sfide da protagonista e grazie al PD vi sono in campo le prime risposte come l’assegno unico ed universale per le famiglie con figli ma non decliniamo ai cittadini questo impegno. Al contrario siamo schiacciati su una comunicazione tutta sui diritti civili quasi fossimo diventati un partito radicale di massa. Non è questa la nostra funzione. Le leggi per dare più diritti si portino avanti per approvarle. Nessun passo indietro. Si devono discutere e migliorare come il DDL Zan che sarebbe sbagliato votare così come è : condivido l’appello di centinaia di personalità del centrosinistra per modificarlo. Non ci siamo riusciti con il Governo Conte – con fatica e dopo un anno abbiamo modificato i decreti sicurezza – ci riusciremo con Draghi. Il PD però deve essere protagonista per garantire ai cittadini che l’Italia vincerà la sfida per la salute, per il lavoro, per la modernizzazione e per la giustizia sociale, per la transizione digitale, energetica ed ecologica – la nuova frontiera dello sviluppo. I cambiamenti , l’immigrazione, la globalizzazione e la pandemia producono paure che cavalcherà la destra se non sapremo valorizzare al massimo i fondi di Next Generation EU per dare sicurezza, cultura e formazione, lavoro e futuro ai cittadini.

In questa fase la leadership di Salvini è in mezzo al guado con la Lega impegnata in un governo iper europeista e con i consensi che in due anni sono passati dal 40% a poco più del 20%. I 5 stelle sono in crisi strutturale e l’esito della loro divisione è nelle cose. La Meloni cresce ma non è un’alternativa credibile per guidare il Paese. Renzi è in difficoltà di consensi come era prevedibile e Forza Italia è in crisi per impossibilità a sostituire Berlusconi come leader. In questo scenario il PD ha spazi enormi per affermare la propria leadership nel Paese se finalmente decidesse di volerlo rappresentare abbandonando la narrazione del partito delle minoranze attive. L’Italia ha bisogno del PD che non si sottragga a questa responsabilità. Allora la funzione del PD partito del
Paese non è legata ad una legge elettorale, tantomeno al sistema maggioritario. Il maggioritario ad un turno ha dato pessima prova costringendo a cartelli elettorali per vincere e coalizioni eterogenee non adeguate per governare. Dopo lo sciagurato taglio dei 300 parlamentari la legge elettorale proporzionale con sbarramento importante non è la legge di convenienza per il PD ma è la legge che conviene al Paese perché occorre mettere in sicurezza le nostre istituzioni. Abbiamo visto con il Governo Conte UNO quale stress e’ stato prodotto sulle istituzioni e sulla tenuta sociale e civile. Se avessimo affrontato la pandemia con quel Governo che stava portando l’Italia fuori dall’Europa oggi avremmo un paese alla deriva , con esiti immaginabili. Allora il proporzionale serve al Paese e non al PD. Non possiamo tentare avventure maggioritarie con un’alleanza PD, LeU e 5 stelle. Un’alleanza minoritaria e perdente sul territorio e a livello nazionale. Occorre ricostruire un’alleanza con le forze riformiste e di centrosinistra ed investire sul PD. Senza un PD forte perde il Paese e non il centrosinistra: lo dice la storia dell’Italia da quando è nato il PD e il ruolo di responsabilità esercitato senza mai disertare.

Segretario Provinciale e componente direzione nazionale