Anche l’Italia spara con il suo bazooka. Quattrocento miliardi, una “potenza di fuoco”, come la definisce il premier, Giuseppe Conte, nell’ormai consueta conferenza stampa all’ora di cena, al termine di un Cdm durato quasi tutto il giorno. Liquidità immediata con 30 miliardi appostati a sostegno di garanzie statali appunto per 400 miliardi di euro destinati alle imprese, “piccole, medie e grandi”. Di questi 400 miliardi, la metà è destinata al mercato interno e l’altra metà all’export. In tutto, tenuto conto dei provvedimenti adottati a marzo, il Cura Italia si attesta a quota 750 miliardi. E’ più che una boccata d’aria per la nostra economia che guardia con ansia a quando il Governo allenterà la morsa delle misure di sicurezza e, gradatamente, si potrà ripartire. Un tema, quello della ripartenza, che il presidente del Consiglio sfiora appena al termine del suo intervento: dopo il 13 aprile verrà fatta un’analisi della situazione con gli scienziati, “azzardare una data” adesso non avrebbe senso.

SACE E CDP – Non è stato facile raggiungere l’intesa all’interno della maggioranza, la divergenza di vedute tra Italia Viva e il Movimento 5 Stelle si è fatta sentire, due i temi di discussione:  la soglia garantita dallo Stato per i prestiti che impartito di Matteo Renzi voleva al 100 percento per tutti; il ruolo di Sace, controllata di Cassa Depositi e Prestiti, che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri puntava a portare dentro il Tesoro. “Sace è e resterà nel perimetro di Cdp”, assicura Conte, ma con il coordinamento del Mef. Di Maio, intanto, battezza l’accordo tra via XX Settembre e Maeci grazie al quale lo Stato assicurerà 50 miliardi di garanzie date da Sace agli esportatori, liberando 50 miliardi per nuove garanzie. Dal 2021, poi, a queste garanzie si aggiungeranno altri 200 miliardi per nuovi investimenti per il lavoro e la ripartenza del Paese sui mercati nazionali ed internazionali. 

FONDO DI GARANZIA – Il ministro Gualtieri spiega poi che i prestiti saranno garantiti al 90 percento dallo Stato, “senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi”. I prestiti andranno restituiti entro sei anni. Il ministro del Mise, Stefano Patuanelli, sottolinea invece un altro passaggio e cioè che  “il nostro sistema produttivo è anche fatto di tante piccole partite iva, artigiani, autonomi, professionisti. Per questo mondo abbiamo rafforzato uno strumento che conoscono già, il fondo centrale di garanzia, che portiamo con la possibilità di un prestito fino a 5 milioni di euro al 90% garantito dallo Stato. Per i più piccoli, fino a 25mila euro di prestito ,la garanzia dello Stato sarà al 100% con una procedura priva di vincoli e valutazioni andamentali da parte delle banche. 

IVA E GOLDEN POWER – Fanno parte del decreto anche una serie di misure, come lo stop delle ritenute e dei contributi assistenziali e previdenziali e i premi di assicurazione obbligatoria sul lavoro dipendente e dei versamenti dell’Iva a favore degli esercenti attività di imprese, arti e professioni anche per aprile e maggio che da solo vale quasi dieci miliardi di euro. A tutto questo si unisce pure il rinvio di alcuni adempimenti fiscali e l’atteso ampliamento del golden power. “Controlleremo scalate eventualmente ostili non solo nei settori tradizionali ma anche ai settori finanziario, energia, trasporti, acqua, sicurezza alimentare, cybersicurezza, intelligenza artificiale, salute agricoltura”, la spiegazione finita da Conte.

Avatar photo