Le posizioni della maggior parte dei partiti italiani appaiono spesso contraddittorie: a tratti grottesche, a volte persino ciniche, se si considera l’opportunismo con cui operano. All’interno della destra e della sinistra, oggi, sostengono idee e politiche che poco hanno a che fare con le etichette ideologiche che usano per presentarsi agli elettori.

Basta guardare al tema delle garanzie giuridiche, fondamentali per tutelare i cittadini dagli abusi del potere. Oggi, in modo paradossale, è la sinistra a mostrarsi giustizialista, in netta contraddizione con la sua tradizione storica di garantismo. Al contrario, la destra si dichiara protettrice dei diritti e delle libertà individuali, sebbene provenga da culture politiche che non sempre li hanno valorizzati. Questo ribaltamento è anche il frutto di una lunga percezione di vicinanza tra sinistra e magistratura, che ha segnato tutta la Seconda Repubblica.
Ma le incoerenze non finiscono qui. Guardando alla destra europea, troviamo forze sovraniste alleate con i cosiddetti “Patrioti” di Orban, molte delle quali non nascondono simpatie per Putin, il leader russo che minaccia apertamente la sicurezza europea. In queste alleanze opache, ci si chiede quale patriottismo venga difeso e quale sovranismo si voglia praticare. A questo si aggiunge la devozione per Trump, che considera l’Europa un ostacolo alla sua strategia “America First”. Davvero questi partiti ignorano i colpi, militari ed economici, che minacciano il futuro dell’Italia e del continente? Se fossero autentici sovranisti, dovrebbero essere i primi a sostenere una Federazione europea, unico strumento per proteggere la nostra sovranità nazionale da chi ci vuole divisi e vulnerabili.

Anche la sinistra, però, non è immune da ambiguità. Si proclama paladina dei diritti, ma tace quando le violazioni arrivano da regimi “amici”. È il caso del Venezuela, dove un potere autoritario ha cancellato lo stato di diritto, senza suscitare indignazione. Stessa assenza di reazione con l’Iran, forse il regime più oscurantista del mondo, dove donne, studenti e oppositori vengono repressi brutalmente. Nessuna voce si leva neanche quando Teheran finanzia gruppi terroristici come Houthi, Hezbollah e Hamas, responsabili di destabilizzazione e atrocità in Medio Oriente, come il massacro e il rapimento di civili israeliani il 7 ottobre, preludio a una guerra volta a cancellare Israele dalla carta geografica. Proprio Israele, l’unico Stato dell’area con un sistema democratico e tutele dei diritti individuali e collettivi.

In questo caos ideologico, destra e sinistra finiscono per confondersi in alleanze innaturali e posizioni ambigue, come nel dibattito sulla guerra in Ucraina. Ma la pace non si ottiene senza la forza necessaria a fermare l’aggressore. Se questa confusione persiste e la classe dirigente non cambia, due gravi pericoli ci attendono: la disillusione totale degli italiani verso le istituzioni, e l’ingresso silenzioso di potenze ostili pronte a spartirsi il nostro Paese. Sembra esagerato? Eppure, la storia parla chiaro.

Raffaele Bonanni

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