A fuoco l’opera di Michelangelo Pistoletto
Distrutta la Venere degli stracci, un pugno al cuore
Distrutta l’istallazione artistica: l’incendio dell’opera di Michelangelo Pistoletto è un atto violento che lascia attoniti, uno schiaffo in pieno viso a un’intera città

Una distruzione barbara, che ha il sapore dell’ignoranza crassa. L’incendio della Venere degli Stracci, l’opera di Michelangelo Pistoletto che era stata inaugurata due settimane fa al centro di piazza Municipio a Napoli, suscita incredulità e avvilimento: devastare un’opera d’arte è un atto di guerra contro la civiltà. Di qualunque tipo sia la causa, su cui al momento gli inquirenti stanno indagando – dolosa, accidentale, originata da una gara sui social o da un mozzicone gettato per incuria, da minorenni o da adulti – l’azione è un atto violento che lascia attoniti, uno schiaffo in pieno viso a un’intera città, o almeno alla sua parte civile. «Un pugno al cuore», come l’ha definita Ciro Buonajuto, sindaco della vicina Ercolano e vicepresidente nazionale dell’Anci.
L’opera era una versione alta dieci metri circa dell’installazione creata dal maestro piemontese nel 1967, costituita da una riproduzione della “Venere con mela” dello scultore settecentesco Bertel Thorvaldsen accanto a una montagna di stracci: una giustapposizione che origina un contrasto metaforico ed estetico tra le forme candide e armoniche dell’arte classica e la produzione caotica e scadente del nostro tempo, in cui la Venere simboleggia la possibilità di rigenerare il brutto, il disordine, gli scarti del contemporaneo. Altre versioni sono conservate a Biella e Torino, oltreché alla Tate Gallery di Liverpool e nel museo d’Arte contemporanea Donnaregina proprio a Napoli, città con cui Pistoletto ha da sempre un grande affetto.
Il lavoro era stato sistemato nella piazza partenopea per inaugurare la rassegna “Napoli Contemporanea 2023”, ideata per spostare l’arte contemporanea dagli spazi reclusi dei musei e delle istituzioni e portarla nelle strade e nelle piazze cittadine. Ora della monumentale opera rimane solo lo scheletro, malinconico altare alla stupidità umana incapace di cogliere il valore della cultura, dell’arte. «Gli stracci sono dei rifiuti» aveva commentato l’artista «e la Venere, che viene dalla storia e dalla bellezza, li rigenera e di colpo gli stracci diventano opera d’arte e ritornano a vivere». Le dimensioni della Venere erano state aumentate da Pistoletto perché il lavoro dopo mezzo secolo è diventato iconico e la sua presenza in quel luogo avrebbe dovuto rappresentare «il segno di una Napoli fiera della propria storia e tradizione, ma anche proiettata verso il futuro», come aveva commentato il sindaco della città, Gaetano Manfredi, per l’occasione. Oggi le sue dichiarazioni sono decisamente più amare: «Quando si attacca l’arte, si attacca l’uomo. Rifaremo questa installazione perché è un simbolo di ripartenza che non può essere fermato dal vandalismo. Lanceremo una raccolta fondi per far in modo che questa ricostruzione avvenga anche con una partecipazione popolare». Gli fa eco il collega di Ercolano Buonajuto, che ha offerto la propria collaborazione per la ricostruzione dell’installazione: «Non possiamo darla vinta a quattro idioti che hanno voluto solo far del male a Napoli. Le immagini della Venere degli Stracci di Pistoletto in fiamme a Piazza Municipio fanno davvero male e se venisse confermata l’ipotesi dolosa sarebbe davvero un fatto gravissimo. Ercolano e il Mercato di Pugliano sono pronti a fare la propria parte, mettendo a disposizione gratuitamente tutti gli ‘stracci’ di cui ha bisogno il maestro per realizzare nuovamente l’opera”», spiegando come il quartiere di Pugliano ospita un mercato del vintage che rappresenta una fetta di economia cittadina importante e un fattore identitario, che ha contribuito a migliorare l’intera area.
«Gli stracci sono una risorsa inesauribile, un esempio virtuoso e concreto della potenzialità del riciclo e che mette in moto una economia circolare. Ercolano è pronta a fare la sua parte donando all’artista tutto il materiale di cui ha bisogno per far rinascere questa splendida opera che, di fatto, rappresenta un po’ anche la nostra idea di futuro: dagli stracci far rinascere storia e bellezza» ha concluso il sindaco di Italia Viva.
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