Il piano
Draghi vara il “piano termostato”, stretta sui condizionatori da maggio per risparmiare gas: ma i controlli?
Mario Draghi dà seguito all’ormai celebre frase pronunciata lo scorso 7 aprile, quando durante la conferenza stampa seguita all’approvazione del Def, il documento di economia e finanza, aveva provocatoriamente chiesto se gli italiani preferiscono “la pace” o “star tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate”.
Da maggio infatti ci sarà il via a quella che è stata ribattezzata “operazione termostato”, con la decisione di tagliare i consumi di elettricità e quindi del gas, che l’Italia importa ancora in grandi quantità dalla Russia invasore dell’Ucraina.
In cosa consiste? Il piano dell’esecutivo è quello di risparmiare fino a quattro miliardi di metri cubi di gas nel 2022 abbassando la temperatura negli edifici pubblici in una prima fase e riducendo l’uso dei condizionatori, il tutto a partire dal primo maggio al 31 marzo 2023.
L’operazione “termostato” verrà applicata nel settore pubblico, in particolare negli uffici e nelle scuole. Le regole saranno quelle presenti in un emendamento del Movimento 5 Stelle approvato in commissione Ambiente e attività produttive della Camera.
Nel dettaglio, la media ponderata delle temperature dell’aria degli edifici pubblici, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare, non dovrà essere superiore ai 19 gradi centigradi in inverno e minore di 27 gradi in estate, con un margine di tolleranza di due gradi.
Un piano che non riguarderà la abitazioni private, dove in realtà sono già in vigore alcune regole. Come ricorda il Corriere della Sera, nelle abitazioni private non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle sei zone in cui è divisa l’Italia. Si va dal 15 ottobre, nelle ‘nordiche’ Milano e Bologna per esempio, fino al 1 dicembre a Palermo e Catania, nel Mezzogiorno.
Il problema nel piano dell’esecutivo riguarda però i controlli. Se infatti l’operazione “termostato” prevede multe dai 500 ai 3mila euro, i controlli andrebbero fatti per singolo edificio, una circostanza molto complicata attualmente da prevedere. E peggio ancora sarebbe in caso di un provvedimento da estendere anche alle aziende private o nelle case degli italiani.
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