Se l’intenzione e l’auspicio di Stati Uniti, Unione Europea e degli altri partner dell’Occidente di sanzionare duramente la Russia per spingere anche la popolazione a ‘rivoltarsi’ contro il Cremlino, almeno per il momento l’obiettivo appare miseramente e clamorosamente fallito.

A testimoniarlo è un sondaggio realizzato dall’Istituto indipendente Levada, riportato oggi dal Corriere della Sera: il consenso per Vladimir Putin, a sei settimane dall’inizio del conflitto in Ucraina, o per meglio dire della “operazione militare speciale”, come la definiscono al Cremlino, è arrivato addirittura all’83 per cento.

Le sanzioni contro Mosca hanno avuto un effetto quasi paradossale: compattare la popolazione a stringersi, a farsi blocco monolitico contro l’Occidente che vuole “strangolare l’economia”, come viene ribadito quotidianamente dai media russi, macchine della propaganda del Cremlino.

Dunque di fronte a quella che viene considerata paradossalmente una “aggressione” da parte di Stati Uniti ed Europa il consenso dello Zar, Vladimir Putin, sale. Ed è forte anche il sostegno della popolazione russa nei confronti dell’operazione in corso in Ucraina: il 53 per cento degli interpellati dice di sostenere decisamente la guerra; un altro 28 per cento la sostiene “abbastanza” e solo il 14 per cento dice di essere contrario.

Anche qui la costante opera di propaganda che da settimane ‘bombarda’ i cittadini ha spinto sempre più i russi a credere nella necessità di “denazificazione” dell’Ucraina, dipinto dal Cremlino come un Paese guidato da un governo filonazista e ‘banderista’, dal nome di Stepan Bandera, collaboratore dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia