È morto nella notte all’età di 93 anni Angelo Guglielmi. Si è spento nel sonno. Storico direttore di Rai3, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, oltre che personaggi che hanno cambiato il volto della tv. Oltre che dirigente, fu critico letterario, saggista e giornalista.

Dal 1987 al 1994 fu direttore di Rai3, una rete che modificò profondamente garantendone il successo di share. Fece nascere in quegli anni programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La TV delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Io confesso, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai2). Sotto la sua direzione vennero lanciati tra gli altri Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi e Franca Leosini. Lo share medio della rete passò in pochi anni da meno dell’1% a oltre il 10%. Guglielmi è stato critico letterario, saggista e giornalista. Dal 2004 al 2009 è stato anche assessore alla Cultura di Bologna, nella giunta Cofferati.

Originario di Arona, in provincia di Novara, dove è nato il 2 aprile del 1929, ebbe amici che hanno fatto la storia del ‘900, fu tra i fondatori del collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco e Edoardo Sanguineti, Beniamino Placido, Alberto Arbasino. Fu anche un prolifico scrittore. Tra le altre opere Avanguardia e sperimentalismo (1964), Vent’anni di impazienza (1965); Vero e falso (1968); La letteratura del risparmio (1973); Carta stampata (1978); Il piacere della letteratura (1981); Trent’anni di intolleranza (mia) (1995); Il romanzo e la realtà (2010). In occasione dei suoi 90 anni uscì la sua ultima fatica letteraria (edita da La Nave di Teseo), ‘Sfido a riconoscermi – Racconti sparsi’. Un racconto fitto di incontri letterari e personali: da Gadda ad Arbasino, da Calvino a Eco, da Moravia a Pasolini dal Neorealismo ai reality in tv.

“Io non ho mai scritto di me – spiegava nel libro – ho in odio l’autobiografia, ritenendola il male degli ultimi trent’anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente. Giacchè molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante nè impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.