Umberto Minopoli è stato politico e manager. È morto a 69 anni, nella notte del 29 aprile. Dal 2013 era presidente dell’Associazione italiana nucleare (AIN). Aveva cominciato il suo impegno politico negli anni Cinquanta: oltre mezzo secolo di idee e di battaglie. Minopoli era un amico de Il Riformista, che si stringe al dolore dei suoi cari per la tragica scomparsa.

Nato il 16 febbraio 1954 a Pozzuoli, in provincia di Napoli, è stato Consigliere del Ministro per lo Sviluppo Economico per le politiche industriali. Dal 1993 al 1995 ha occupato posizioni di responsabilità nell’ambito del Dipartimento Studi del Gruppo Finmeccanica. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999, arrivato alla carica di Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti nel 1999, funzione che assicura fino al 2001. Tra il 2002 e il 2004 è stato Membro del Cda di Piaggio Aeronautics.

Quattro anni fa interveniva così alla Leopolda, il convegno politico e culturale ideato e organizzato dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi a partire dal 201o. “Cari amici resistere si può – aveva detto, davanti a circa settemila persone, partendo dalla manifestazione anti-Brexit degli stessi cittadini britannici – L’incubo è una sinistra fagocitata dal populismo di sinistra. Le alleanze del nostro movimento verranno quando le cose cambieranno, oggi si parte dalla costruzione di un movimento alternativo“.

“Provo un grande dolore per la improvvisa scomparsa di Umberto Minopoli. Cresciuto alla scuola di Giorgio Napolitano e Gerardo Chiaromonte, era uomo generoso e dirigente politico lucido e lungimirante, che univa ad un alto spessore culturale una straordinaria passione politica. Credeva fermamente in una sinistra riformista e per la sua affermazione non esitava a combattere a viso aperto battaglie difficili, anche quando impopolari, sempre accompagnando alla curiosità intellettuale l’umanità e l’ironia di chi sa guardare alla vita con sobrietà e leggerezza. Abbiamo iniziato insieme l’impegno politico alla meta’ degli anni ’70 e in questi cinquant’anni ci siamo accompagnati condividendo mille momenti di impegno comune. E sempre il suo dire e il suo agire erano ragione di arricchimento”. Lo ricordo in queste ore con la profonda tristezza che si vive quando si perde un compagno e un amico vero”, il messaggio di cordoglio di Piero Fassino.

“Con la scomparsa di Umberto Minopoli perdo un amico e l’Italia un dirigente capace, appassionato e un tecnico di indiscutibile valore. Voglio ricordare il suo impegno e la sua battaglia per il nucleare in nome della quale continueremo a onorare la sua memoria“, ha commentato il segretario di Azione, Carlo Calenda. “Addio Umberto Minopoli, compagno e amico. Sei stato un uomo intelligente e colto, un vulcano di idee dotato di fine pensiero politico, un grande appassionato della vita. Ti volevamo tanto bene e ti ricorderemo sempre. Un abbraccio alla famiglia e ai suoi cari”, il messaggio dell’ex ministro e onorevole Enzo Amendola.

Appassionato e lunghissimo il ricordo pubblicato da Claudio Velardi sui social: “Sono le 4 di mattina. Carlo, suo figlio, mi dice che Umberto non ce l’ha fatta. E io penso che, intanto, non si può tacere qui chi e che cosa è stato – per me e per tanti – Umberto Minopoli. Poi bisognerà parlarne per bene, in modo più appropriato, una volta attenuato il diluvio del dolore. Umberto è stato il più bravo. Io lo so da quando entrambi avevamo 15 o 16 anni e di lui sentivo solo parlare. Frequentavamo scuole vicine (il Genovesi e il Vittorio Emanuele), e tra noi, genovesini malati di estremismo, si diceva a mezza voce che a poche centinaia di metri c’era un ragazzo bassino e riccioluto che da solo teneva testa ai gruppettari, riuscendo a imporsi nelle infuocate assemblee con argomenti razionali e puntuti. Era polemico, appassionato, tenace. Andava controcorrente. Allora come dopo, per il resto della sua vita“.

 

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