Lo stato dell'arte
Elezioni regionali tra disgiunto e politici che cambiano partiti come mutande: Pd Torre di Babele, Movimento bulgaro con Conte ma problema è astensione…
Sono un cittadino campano e leggo in queste ore della presentazione delle liste per le prossime elezioni regionali di questo trionfo del trasformismo, dove tutti cambiano partiti come se fossero boxer, insomma mutande, e vanno tranquillamente da uno schieramento a quello opposto.
Accade che perfino una capogruppo del Movimento 5 Stelle, dopo anni di opposizione, oggi corre nella maggioranza che prima attaccava. E naturalmente ognuno spiega che cambia casacca, ma per il bene del territorio, ci mancherebbe altro.
Regionali, trasformismo e voto disgiunto
Poi c’è lo sport del momento che è il voto disgiunto: siccome a molti non piace il candidato presidente, si dice no, io voto il partito, o meglio il candidato che mi piace di più, ma non il presidente. Peccato che se la lista che voti è nella tua coalizione, il presidente lo elegge lo stesso, e quindi sei solo un’ipocrita.
Le correnti dem oltre il condominio
Se poi allarghi lo sguardo, in questi giorni c’è da divertirsi, come sempre, con le correnti del PD, quelle che la Schlein aveva abolito… Ora ci sono i riformisti, gli zingarettiani, i bonacciniani, i decariani, i giovani turchi, i cattolici democratici, gli orlandiani. Poi ci sono cose nuove di questi giorni, una si chiama Crescere, una Azione popolare. Insomma, il PD non è neppure più un condominio: è una torre di Babele.
Dalla scatoletta di tonno all’unico candidato
Per fortuna, però, come esempio di coesione, c’è il Movimento 5 Stelle, quello che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, dove oggi il leader si fa rieleggere da unico candidato, senza avversari, con una votazione bulgara. Poi si stracceranno le vesti per la disaffezione verso le une.
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