Inizia a parlare e capisci subito una cosa: in ogni suo pensiero c’è Roma. L’amore per la città. Il senso di appartenenza, l’orgoglio di sentirsi romano. Enrico Michetti, candidato per la coalizione di centrodestra nella Capitale, è un candidato fuori dagli schemi. Fuori dalla cerchia politica: “Non voglio essere un fenomeno, voglio essere me stesso, portare le mie idee e non entrare nella logica distruttiva di affossare rivali e avversari. Alle polemiche preferisco i fatti, parla la mia storia: ho sempre avuto una visione propositiva della vita e del lavoro. Essere candidato della mia città è un onore vero, qualcosa per cui vale la pena vivere”.

Michetti, il giorno dopo il suo annuncio come candidato del centrodestra si è scatenato un vero e proprio tiro al bersaglio contro di lei: giornali che hanno tirato fuori indagini, esposti, verifiche finanziarie. Cosa ne pensa?
Sinceramente tra attacchi e fake news credo di poter già vantare un piccolo record.

Quale?
Ci sono dei giornali che hanno scritto che su di me sta indagando la Corte dei Conti: non avendo mai ricoperto cariche pubbliche la vedo difficile come cosa. E’ la base del diritto amministrativo: la Corte dei Conti non indaga sui privati.

Tutte fake news?
Parla il mio casellario giudiziale: mai avuto condanne. Ho sempre fatto della trasparenza una regola di vita. Il resto sono chiacchiere e fango. Ma fa parte del gioco anche questo, mi ci sto abituando.

Partiamo dai temi veri allora: la priorità di Michetti sindaco?
Sicuramente il tema dei rifiuti è il nodo principale. Quello su cui si concentrerà anche la battaglia elettorale. Per questo con il mio team abbiamo messo a punto un piano strategico per trasformare il problema in una risorsa.

Cioè?
La prima cosa da è realizzare la quarta linea di lavoro per il termovalorizzatore di San Vittorino. Attualmente ci sono tre linee e va implementata la forza lavoro. Una soluzione che non comporta grossi sforzi, in un’area bonificata e con l’uso di impianti di ultimissima generazione a impatto zero. Poi si dovrà pensare alla trasformazione e al riuso. Per questo stiamo pensando alla realizzazione di impianti in ogni municipio. In questo modo non si crea una bomba ecologica in stile Malagrotta ma si dividono sul territorio le varie aree di trattamento. In pratica trasformare quelle che sono oggi le isole ecologiche in impianti territoriali, in questo modo nessuno viene scontentato e la gestione dei rifiuti diventerebbe efficiente e produttiva. In tutte le grandi città, ma anche in realtà minori come Brescia ad esempio, i rifiuti vengono sfruttati e ci si guadagna in termini di energia, carburanti e così via. A Roma sono il maggior peso di bilancio. Non si può andare avanti così”.

Ama in tutto questo?
La Municipalizzata nei miei progetti è assolutamente centrale. Farà da volano per far crescere al massimo la differenziata. Il ciclo dei rifiuti dovrà esser spinto al massimo e poi un ruolo chiave sarà anche la gestione del decoro e della pulizia della città. E quando dico città non intendo solo il centro storico, ma anche la periferia più distante dal Campidoglio.

Detta così sembra facile…
Si fidi, è molto più difficile pensare che qualcosa non si possa fare che riuscire a farla davvero.

Il prossimo sindaco dovrà confrontarsi con una città che esce dall’emergenza covid, con il turismo quasi azzerato e tanti problemi legati alla ripartenza.
Si ma non è solo Roma a trovarsi a fare i conti con il post pandemia. Su questo siamo tutti allo stesso livello, servono progetti e idee.

E lei quali ha?
Il turismo dovrà giocare un ruolo chiave in termini di ripartenza: è sempre stato l’asse portante dell’economia della città ma i turisti venivano a pioggia senza che si mettesse in campo una vera e propria logistica. Il turismo va organizzato come si organizza una qualsiasi impresa. Roma è un unicum. Non esiste un territorio con così tanta arte, bellezza e magnificenza però noi non lo sfruttiamo, o almeno non lo valorizziamo. Per sviluppare il turismo abbiamo bisogno di trasporti, di decoro urbano, di sicurezza. E’ come comporre un puzzle: vince chi riesce ad incastrare meglio i pezzi di questo puzzle.

Molti dei suoi detrattori parlano di lei come un candidato anonimo. Poco conosciuto diciamo.
E’ vero. Sono io il primo a dirlo. Per questo è fondamentale stare sul territorio. Ogni giorno. Sarà una battaglia quotidiana fino ad ottobre, ma sono certo che riuscirò a farmi voler bene dai romani. Anche dagli stessi detrattori che oggi dicono Michetti chi?

Come ha convinto Giorgia Meloni a puntare su di lei?
Sono stato me stesso. Come sempre. La forza di una persona la fanno le idee e la voglia di riuscire a realizzarle. Io da una vita faccio proprio questo: trasformare le idee in progetti concreti.

Chi teme di più dei suoi avversari?
L’astensionismo.

Cioè?
Mi spaventa di più l’idea di una bassa partecipazione alle urne. In questo senso sia io che i miei competitor dovremmo esser bravi per attrarre i romani e riportarli al voto. Solo così Roma può cambiare veramente.

Da come parla si capisce il suo amore per Roma. Qual è il luogo di Roma che ha più nel cuore?
Io vivo e sono a nato a Monteverde, ma il centro storico è qualcosa che mi emoziona ogni volta come la prima volta. Ma se proprio devo esser sincero…

Dica…
Voglio emozionarmi affacciandomi da quel balconcino del Campidoglio. Quella è l’emozione che sogno.

Franco Pasqualetti

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