Non si placano le polemiche tra il comune di Roma e la Regione Lazio, con la vicenda dell’emergenza rifiuti della Capitale che si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Campidoglio ha infatti deciso di impugnare al Tar la delibera con cui la Giunta della Regione Lazio, lo scorso 27 maggio, aveva dato 60 giorni di tempo all’amministrazione capitolina per individuare aree idonee in cui realizzare una discarica e un tmb, altrimenti sarebbe stata commissariata.  Venerdì sera, a quattro giorni dalla scadenza dei termini, il Comune ha così deciso di chiedere al tribunale amministrativo regionale la sospensione della delibera. Le reazioni dalla Regione non si sono fatte attendere, con l’assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti Valeriani che ha dichiarato: “La Raggi blocca gli aiuti della Regione.”

Le motivazioni del Campidoglio

Roma Capitale “ha assolto alle funzioni attribuite per legge ai Comuni e la delibera impugnata sia del tutto illegittima”. L’Avvocatura capitolina ha chiesto al Tar, utilizzando questi termini, di sospendere la delibera della Giunta del Lazio che da giovedì farà scattare il commissariamento nel caso in cui entro mercoledì non verrà individuato un sito dove realizzare una discarica di servizio e un altro per il tmb. 

“La Regione con la delibera del 28.5.2021, con cui ha diffidato Roma Capitale a provvedere entro 60 giorni ‘all’individuazione di uno o più siti nel territorio’ atti alla localizzazione e realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti, ha chiaramente violato le norme in materia di esercizio di poteri sostitutivi– si legge nel ricorso- invadendo la sfera di attribuzioni di Roma Capitale imponendogli attività niente affatto obbligatorie ed in ogni caso connotate da discrezionalità amministrativa”. Secondo l’Avvocatura del Comune, infatti, non sussistono i presupposti per l’esercizio dei poteri sostitutivi: “dalla motivazione della delibera impugnata non emerge affatto che Roma Capitale sia risultata inerte reiteratamente nel compimento di atti o provvedimenti obbligatori, né che abbia omesso l’adozione di singoli atti obbligatori.” Così, “in virtù del complesso delle norme citate in epigrafe e, in particolare, delle disposizioni dell’art. 198 del Codice dell’Ambiente non costituisce un obbligo di legge per il Comune l’individuazione di uno o più siti idonei alla localizzazione e alla realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.” 

La risposta della Regione

In una nota, l’assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti Massimiliano Valeriani ha aspramente criticato l’iniziativa del comune di Roma. “Il nuovo ricorso della Sindaca Raggi blocca l’iniziativa della Giunta Regionale per individuare un piano di impianti moderno che oggi non c’è e aiutare Roma a risolvere il problema dei rifiuti” si legge.”Una delibera nata a causa dell’inadempienza del Comune e approvata dalla Giunta per attuare i poteri sostitutivi così come previsto dalla legge italiana.” Secondo Valeriani “Con questo ricorso è ancora più chiaro ed evidente di chi sono le responsabilità dell’immobilismo e della precarietà della gestione del ciclo dei rifiuti che costa ai cittadini milioni di euro e lascia immondizia per le strade. Il Comune non fa niente e blocca le iniziative di chi vuole fare”.

Mariangela Celiberti

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