L’ex sindaco di Portomaggiore (Ferrara) Nicola Minarelli è stato condannato in appello alla pena complessiva di un anno e quattro mesi di reclusione per omicidio e disastro colposi per la vicenda dell’esplosione del poligono privato dove il 10 gennaio del 2016 morirono tre persone. Le vittime si chiamavano Lorenzo Chiccoli, Paolo Masieri e Maurizio Neri.

Sentenza di assoluzione ribaltata per Nicola Minarelli

La Corte d’appello di Bologna ha riformato, ribaltandola, la sentenza di assoluzione del tribunale di Ferrara, condannando Minarelli – difeso dall’avvocato Fabio Anselmo – alla pena di sei mesi per il reato di omicidio colposo e di otto mesi per disastro colposo. La pena è stata differenziata dalla corte perché il primo reato è molto vicino alla prescrizione: la Corte di Cassazione potrà eventualmente conoscere il quantitativo di pena residua per le sue valutazioni.

L’ex sindaco è stato condannato anche al risarcimento del danno

Nicola Minarelli è stato anche condannato al risarcimento del danno in solido con il Ministero dell’Interno, chiamato come responsabile civile, a favore delle parti civili costituite ovvero i  familiari delle vittime Neri e Chiccoli, con gli avvocati Alberto Balboni e Marcello Rambaldi, Unicredit proprietaria dell’immobile con l’avvocato Simone Trombetti, i proprietari della casa confinante assistiti dagli avvocati Giacomo Forlani e Irene Costantino.

“Non si è adoperato per verificare che il poligono fosse in regola”

La Procura generale aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo di reclusione. A Minarelli, nella sostanza, si contesta di non essersi adoperato per verificare che il poligono fosse in regola, attivando gli uffici comunali preposti fino anche a impedire l’attività tramite un’ordinanza di tipo contingibile e urgente. Il titolare, Fabio Ghesini, aveva patteggiato una pena di tre anni e mezzo di reclusione.

L’incidente alle 9.30 del mattino: all’interno una decina di persone

L’incidente è avvenuto attorno alle 9 e 30 nel poligono in via Carlo Cattaneo che si trovava al secondo piano di un piccolo capannone di circa 400 metri quadri. Il poligono è di proprietà di un’associazione privata e risulta aperto da pochi mesi. Al momento dello scoppio, a quanto si è appreso, sulla linea di tiro si trovavano una decina di persone. Le autorità hanno disposto verifiche amministrative sulle autorizzazioni richieste per l’apertura della struttura e su quelle effettivamente concesse.

Redazione

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