“Vedo tre funerali al giorno mentre da sei mesi non c’è un matrimonio“. E’ l’amaro sfogo di Ignazio D’Andra, titolare degli “Amici del mini bar” nel rione Tamburi a Taranto, a poche centinaia di metri dall’ex Ilva, al centro in questi giorni di una vicenda complessa che riguarda la ArcelorMittal, il colosso industriale mondiale, operante nel settore dell’acciaio, che nei giorni scorsi ha annunciato il proprio disimpegno mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

Il nome di Ignazio è legato a quello di Nadia Toffa, recentemente scomparsa, per la raccolta fondi a favore del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto. “Lo Stato è a conoscenza di questo, sa che a Taranto abbiamo creato questo reparto per curare i bambini che si ammalano a causa delle fonti inquinanti che ci sono?”. Il quartiere Tamburi è quello più esposto alle emissioni dell’ex Ilva e Ignazio racconto quello che è costretto a vivere ogni giorni: “Qui di fronte al bar c’è la chiesa del Gesù Divin Lavoratore – spiega -, posso testimoniare che vedo anche tre funerali al giorno ma non un matrimonio da sei mesi. A volte c’è qualche 25esimo o 50esimo anniversario e offro volentieri una bottiglia”.

Per il titolare degli “Amici del mini bar” la città di Taranto “è stata tradita da tutti. Siamo un popolo che vuole vivere e non litigare a causa di quello che sta succedendo. E’ tutta una farsa, ci sono imprenditori che vengono qui, si arricchiscono, e poi vanno via lasciandoci il morto in casa”. Poi la domanda che a Napoli non ha trovato risposte: “Se dovessero chiudere lo stabilimento – chiede Ignazio – penseranno poi a fare la bonifica di queste zone o ci faranno fare la fine di Bagnoli, dove non è stato fatto nulla per decenni?”.

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