In aula si celebreranno i processi con detenuti e da remoto, se c’è il consenso delle parti (altrimenti scatta il rinvio a data successiva al 31 luglio), quelli con imputati liberi. In estrema sintesi è questa la strada che seguirà la giustizia napoletana nella cosiddetta Fase 2. La tracciano le linee guida che il presidente della Corte d’Appello Giuseppe De Carolis e il procuratore generale Luigi Riello, d’intesa con l’avvocato generale Antonio Gialanella, hanno emanato con un decreto firmato in serata. Sono le regole che disciplineranno la ripresa dell’attività giudiziaria in Corte d’appello dopo i quasi due mesi di lockdown. Sono le prime regole visto che nel decreto si fa riferimento a un più ampio e generale provvedimento a carattere organizzativo che regolerà le attività amministrative e considerato che si attendono ancora i decreti con le linee guida del presidente del tribunale e dell’ufficio gip.

E’ dunque una prima strada verso la ripresa, quella tracciata dai vertici della Corte d’appello provando a superare le incertezze e le polemiche, i timori e le proteste di questi giorni. La data ufficiale di inizio è il 12 maggio. Le linee guida sono state previste, per il momento, fino al 31 luglio. La situazione è in continuo divenire e molto dipenderà anche dall’andamento dei contagi e della situazione della pandemia in generale. Dunque, quali udienze saranno celebrate e quali no?

Secondo il decreto di Corte d’appello e Procura generale, saranno fissati e trattati in aula, anche senza alcuna richiesta da parte dell’imputato o del suo difensore e salvo che il giudice ne disponga il rinvio per altri motivi, le convalide di arresto provvisorio ai fini estradizioni; i processi penali con imputati detenuti (in carcere o agli arresti domiciliari) i cui termini di custodia cautelare scadono entro l’11 novembre; i processi in cui sono applicate misure di sicurezza detentive o ne pende la richiesta di applicazione; i procedimenti relativi a incidenti di esecuzione; i processi cosiddetti urgenti o per i quali vi è la necessità di assumere prove indifferibili; i procedimenti in materia di estradizione passiva o mandato di arresto europeo; i processi di competenza della Corte d’assise d’appello. Per i processi con imputati detenuti, per i quali non c’è la scadenza dei termini di custodia cautelare entro l’11 novembre, le udienze saranno celebrate su richiesta espressa dell’imputato o del suo difensore da trasmettere alla cancelleria almeno 5 giorni prima della data fissata tramite mail. In ogni caso gli imputati detenuti potranno partecipare all’udienza in videoconferenza se sono in carcere o da remoto, con modalità e strumenti indicati dal Ministero della Giustizia, se sono ai domiciliari, e se ci sono anche imputati liberi questi potranno essere fisicamente in aula oppure in videoconferenza. L’esame di testimoni, delle parti, dei consulenti nonché la discussione finale potrà avere luogo da remoto esclusivamente se tutte le parti danno il consenso. Se non si raggiunge il consenso per il processo da remoto, l’udienza sarà celebrata in aula ma a porte chiuse.

Si svolgeranno in aula anche i processi in camera di consiglio con imputati liberi ma solo se le parti e i difensori, entro 5 giorni prima dell’udienza, comunicano via mail la richiesta di rinunciare a comparire personalmente, con la facoltà di depositare memorie difensive.

Invece da remoto, con quella modalità telematica che gli avvocati penalisti tanto contestano, si è disposto che si potranno trattare le udienze in Appello relative a processi con imputati non sottoposti ad alcuna misura cautelare ma a condizione che vi sia il consenso di tutte le parti, comunicato almeno 5 giorni prima dell’udienza. Se invece le parti non acconsentono al processo da remoto, l’udienza sarà automaticamente rinviata a data successiva al 31 luglio.

Slitteranno invece, direttamente a dopo luglio, tutti i processi con imputati liberi e relativi a sequestri probatori o conservativi, con la conseguente sospensione dei termini.

Quanto agli orari e alle misure per disciplinare il flusso delle presenze all’interno del Palazzo di giustizia, sono state previste due fasce orarie di inizio udienza: una alle 9 del mattino e una alle 13,30. E sarà fissato solo il numero di udienze strettamente necessario in modo da rispettare le distanze di sicurezza previste per prevenire i contagi. E nelle cancellerie si potranno depositare le impugnazioni in forma cartacea, ma sarà necessario che il difensore si prenoti per tempo via pec.

Una prima reazione da parte degli avvocati a queste linee guida è arrivata dalla Camera penale di Napoli, presieduta dall’avvocato Ermanno Carnevale, che ha ribadito il no dei penalisti al processo da remoto affermando che “i principi costituzionali e convenzionali attinenti al diritto alla difesa e al giusto processo non consentono ai difensori di prestare il consenso ad alcuna forma di celebrazione delle udienze da remoto”. Quanto all’aspetto organizzativo, la Camera penale auspica che l’accesso telematico alle cancellerie trovi attuazione “nel modo più efficiente possibile” e ha attivato un presidio telematico affinché gli avvocati possano segnalare le eventuali criticità della Fase 2.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).