Condannato a 130 ore di lavori socialmente utili per aver guidato la sua bicicletta con un tasso alcolico sopra i limiti del consentito. Fa discutere quanto accaduto a, Francesco, genovese, 37 anni e due figli. Nella vita insegnate precario che lo scorso 6 ottobre aveva appena ricevuto un incarico annuale: “Ero andato a festeggiare assieme ai miei amici – racconta in un’intervista a Repubblica -, abbiamo fatto un aperitivo. Sapendo che avrei bevuto ho scelto di non prendere la macchina e di spostarmi in bici”. Sorrisi e spensieratezza: “Dopo risalgo in sella e poco prima di arrivare a casa incontro una pattuglia della polizia locale”.

Gli agenti pensano bene di fargli l’alcoltest al quale risulta positivo. 1100 euro di multa e una condanna di 60 giorni, convertita in lavori socialmente utili. A differenza di un normale automobilista però nessun sequestro: “Sono tornato a casa in bici”. Poi inizia il calvario per scontare la pena. I 60 giorni diventano 130 ore di lavoro, una misura altissima dettata dall’impossibilità di ritiragli la patente. Il conto è presto fatto, considerando un lavoro da 36 ore settimanali, Francesco si ritrova ad impiegare l’equivalente di un mese in una bocciofila: “Trovare la struttura dove prestare servizio non è stato facile – continua -, sono tutte piene. Con me ci sono altre 14 persone, gente comune, anche un ragazzo positivo all’alcoltest su un monopattino”.

Si tratta di una delle tante ripercussioni dall’introduzione del nuovo Codice della Strada, entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, per contrastare gli incidenti legati alla guida in stato di ebbrezza. I limiti di alcol sono rimasti invariati, ma le sanzioni diventate più pesante. Si parte dal caso di un tasso alcolemico superiore a 0,5 e inferiore o pari 0,8 grammi per litro (g/l) che porta una multa 543 a 2.170 euro e alla sospensione della patente di guida da tre a sei mesi. A cui segue l’introduzione del divieto assoluto di assumere alcolici per i conducenti già condannati per reati specifici e l’obbligo, per gli stessi, di installare il cosiddetto “alcolock”, che impedisce l’avvio del motore se il tasso alcolemico del guidatore è superiore allo zero: si tratta di un misuratore già adottato in diversi Paesi Ue. La positività al test rapido fa scattare immediatamente il ritiro della patente e successivamente anche il divieto di conseguire il titolo di guida per tre anni.

L’insegnante non nasconde il suo disappunto sulle attività giornaliere: “Non siamo molto utili qui, dividiamo i rifiuti, spazziamo il giardino. A chi serve? Passo qui la maggior parte del mio tempo libero, mia moglie lavora e siamo costretti a chiamare una baby-sitter per stare con i nostri figli”. E se potesse tornare indietro? “Non cercherei di evitare il controllo, andrei direttamente a piedi”.

Redazione

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