Il Festival della Bellezza a Verona non è ancora iniziato ed è già travolto dalle polemiche (l’appuntamento è a Verona dall’11 al 19 settembre a l’Arena di Verona, ndr). A molti non è sfuggita la carenza di personalità femminili, ma quello che ha fatto indignare il popolo dei social è stato l’utilizzo – oramai da diversi anni – dell’immagine ufficiale della manifestazione. La notizia dell’appropriazione dell’opera però quest’anno ha fatto il giro del mondo, fino ad attirare direttamente l’attenzione dell’artista che l’ha creata. 

Si tratta dell’americana Maggie Taylor, famosa nel mondo per le creazioni grafiche surreali basate su dipinti del XVII secolo, che sui suoi social scrive: “Un fan del mio lavoro mi ha appena avvisato che un festival a Verona, in Italia, utilizza illegalmente molte delle mie immagini per i loro poster e sito web. È anche controverso: si tratta di un festival sull’eros e la bellezza e stanno usando la mia immagine ‘Ragazza con un vestito da ape di una minorenne. Che schifo assistere ad una flagrante violazione del copyright!”.

https://www.facebook.com/MaggieTaylorFanpage/posts/10157476326356512

Abbiamo chiesto all’avvocato Alfredo Esposito, fondatore della piattaforma legale Difesa d’Autore, un parere su quanto accaduto: “Penso che in Italia, nonostante esistano delle norme stringenti sul diritto d’autore, ci sia la tendenza a pensare che ciò che è su Internet sia di dominio pubblico. Non è così. In questo caso è stata costruita negli anni, l’intera identità del festival sfruttando le immagini di Taylor. Nel nostro Paese manca una vera e propria cultura del copyright. Mi aspetto che i legali dell’artista perseguano una causa per risarcimento danni, morali e patrimoniali”.

Esploso il caso è arrivata la replica della direzione del festival che ha provveduto a cambiare l’immagine sul sito della manifestazione e su Facebook si è difesa così: “Siamo dispiaciuti di dover modificare l’immagine del festival a causa di un’incomprensione sull’utilizzo di quella che ci ha accompagnati per lungo tempo con l’autorizzazione avuta dal rappresentante italiano dell’artista”.