Un membro della giunta comunale guidata da Dario Nardella avrebbe agito per farsi cancellare cinque multe emesse per infrazioni al codice stradale. Un’accusa gravissima che da alcuni giorni rimbalza per le strade di Firenze e che ancora non appare fugata definitivamente. Tutto ha preso il via giovedì scorso quando Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, si è incatenato davanti alla sede della polizia municipale.

“So che a un politico fiorentino sono state cancellate cinque multe ma non posso dimostrarlo perché mi viene impedito il mio legittimo diritto ad accedere agli atti”. Questa l’accusa mossa dall’incatenato. Ma chi è questo politico fiorentino? Stando alle parole di Draghi “qualcuno più importante di un consigliere comunale”.

Un assessore verrebbe da pensare dunque. La risposta di Palazzo Vecchio non si è fatta attendere: immediata ricerca della talpa che avrebbe informato il consigliere, mentre non ci sarebbe stato nessun favoritismo: le multe sarebbero state cancellate in autotutela dalla stessa municipale per evitare ricorsi in quanto contravvenzioni comminate ingiustamente (ad esempio permessi per Ztl prorogati causa Covid e non riconosciuti dal sistema telematico).

“Le norme che regolano la riservatezza delle persone sono da ritenersi prioritarie rispetto al diritto di accesso del consigliere comunale – precisa la direzione del corpo di polizia municipale di Firenze -. Il comando della polizia municipale effettuerà in ogni caso un approfondimento in merito ad eventuali reati commessi relativamente all’accesso a banche dati contenenti informazioni sensibili relative ai cittadini e promuoverà le azioni conseguenti”. Per quanto riguarda le multe non pagate nella stessa comunicazione si dice che: “Il primo verbale è stato archiviato a seguito di rapporto da parte dell’agente accertatore che attesta che il veicolo era in realtà autorizzato rispetto alla tipologia riservata a particolari categorie dello spazio di sosta occupato. Poi risultano tre verbali archiviati in autotutela poiché la targa del veicolo sanzionato risultava autorizzata al transito e alla sosta tramite permesso valido per tutti i settori della Ztl e corsie preferenziali.

Il quinto verbale risulta non ancora pagato in misura ridotta”. Si attende che venga posta la parola fine alla telenovela, i fiorentini aspettano con curiosità anche alla luce del triste primato vantato dalla città del giglio, la più multata d’Italia (128 euro a cittadino, inclusi bambini e anziani, nel 2021, con un 2022 in netta crescita).

Sulle multe era andato all’attacco Matteo Renzi quando il 15 ottobre scorso aveva incalzato senza mezzi termini Dario Nardella, si era registrata infatti un’esplosione del 620% delle multe nei tre mesi precedenti, più di venti milioni di euro piovuti nelle casse comunali. E i fiorentini erano insorti contro quel florilegio di contravvenzioni spesso determinate dal superamento di un solo chilometro del limite dei 50 chilometri orari in città, provvedimenti che sapevano tanto di gabella e poco di misura necessaria per garantire la sicurezza stradale. Da allora “Occhi di falco”, telecamere e vigili hanno tirato un po’ il freno, i cittadini sono stati meglio informati dei rischi con un conseguente ritorno alla normalità.

Una situazione che però pare essere transitoria se è vero il Comune presentando con qualche mese di ritardo il bilancio 2023 ha fissato in centodieci milioni la previsione di entrate da sanzione, sostanzialmente in linea con il 2022 annus horribilis che ha fatto registrare la quota record di 112 milioni di euro incassati. Insomma, anche in futuro potrebbe mettersi male per i fiorentini alla guida che intanto incrociano le dita, tengono gli occhi più sul contachilometri che sull’asfalto e intanto tengono dritte le orecchie: vorrebbero sapere se davvero un politico si è fatto togliere la multa. Ed ovviamente chi sia.

Edmondo Muti

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