Il Tg1 ieri sera ha intervistato il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri. «Sono contrario ai test se limitati ai magistrati. Oppure facciamolo per tutta la Pubblica Amministrazione, per chi fa politica. E facciamo anche i narcotest». La provocazione non sfugge. Cosa c’entra il test antidroga, e poi per chi, in quale sede? Le parole del Procuratore non sembrano dal sen fuggite, sottintendono qualcosa. Gratteri va avanti: «Una persona sotto l’effetto di stupefacenti può fare dei ragionamenti sbagliati». Accenna alle decisioni politiche, in questi giorni in cui vengono messi in votazione i test per i magistrati?

Poi Gratteri affonda il colpo: «Una persona può essere ricattato se viene fotografato, se è stato fotografato vicino a della cocaina». Qui non c’è iperbole che tenga, Gratteri sembra descrivere una foto precisa, tanto che la foto cui accenna riguarda non il generico consumo di droga ma un frame più dettagliato, una «foto vicino alla cocaina». Ha in mente una fotografia ben precisa? Si accorge dell’enormità dell’accenno l’inviata Tg1, Roberta Ferrari. «Questa è una affermazione forte». «Sono allenato», le risponde Gratteri. Ma a chi si rivolge? «Mi rivolgo a chi ha fatto questa legge, è ovvio». Dunque alla maggioranza. Segue un ulteriore precisazione: «Perché non fare i test per chi amministra una Regione o per chi fa il ministro?». Suona come un messaggio in codice. Gratteri, viene spontaneo domandarsi, ha un elemento preciso in mano o sta accennando a qualcosa che gli è stato riferito? C’è un esponente della maggioranza che sarebbe ricattabile per vicende di cocaina? A chi come noi ha guardato il servizio del Tg1 il dubbio rimane.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.