Via whatsapp, gli avevo mandato un abbraccio venti giorni fa: come tanti, non sapevo della sua malattia. Lui mi aveva risposto con affetto, facendomi gli auguri per il nuovo lavoro e sottolineando che “il Riformista non è mica un quotidiano, ma è la scommessa di modificare un atteggiamento antropologico-culturale. Mica niente…”.

E io: “La scommessa è grande, ma le cose importanti sono quelle che testimoni tu, con forza e dignità. E con la tua eleganza, tutta napoletana”. Ecco, Franco Di Mare era uno di noi: militante appassionato da ragazzo, cresciuto nella grande scuola di giornalismo de “l’Unità” degli anni ‘80, amico sempre in cerca di nuovi stimoli e sfide professionali. Con mente aperta e libera. In una parola: era un riformista, e gli volevamo bene