“Molecole della libertà”: così l’amministrazione americana ha battezzato il proprio gas naturale quando cercava di venderlo agli stati dell’Ue come baluardo contro la Russia. «Ma la maggior parte dei paesi europei ha preferito restare legata alle forniture russe, decisamente più economiche, spesso criticando le modalità di estrazione dei fossili per il loro impatto ambientale», accusa il Wall Street Journal.

In questi giorni l’Europa affronta i rischi di una limitazione delle forniture provata dalle ostilità russe verso l’Ucraina. Ecco perché gli Stati Uniti stanno cercando di aiutare l’Europa con soluzioni di emergenza. Negli ultimi giorni, l’amministrazione Biden ha sensibilizzato sia i caricatori di gas negli Stati Uniti, in Europa e in Qatar, che gli importatori di Gnl in Giappone e Corea del Sud. Obiettivo: ricavare forniture aggiuntive per l’Europa per evitare la carenza dei rifornimenti e il conseguente boom dei prezzi dell’energia. Ma non c’è praticamente alcuna scorta disponibile. «Gli Stati Uniti e l’Ue stanno lavorando congiuntamente per una fornitura continua, sufficiente e tempestiva di gas naturale all’Ue da diverse fonti in tutto il mondo per evitare shock di approvvigionamento, compresi quelli che potrebbero derivare da un’ulteriore invasione russa dell’Ucraina», hanno affermato venerdì scorso con una dichiarazione congiunta la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden.

Nel corso dell’ultimo decennio, gli Stati Uniti sono diventati il più grande esportatore mondiale e, a dicembre, hanno superato per la prima volta il Qatar. Già nel 2009, quando era vicepresidente di Obama, Biden aveva indicato il Gnl statunitense come un’alternativa affidabile al gas russo: quell’anno l’Europa aveva già dovuto affrontare interruzioni del gas, a causa della interruzione delle spedizioni verso il continente attraverso l’Ucraina da parte della Russia. La posizione americana ha trovato forte seguito in Polonia, paese che dalla fine della Guerra Fredda ha cercato di prendere le distanze dalla Russia sia sul piano economico che politico. Nel 2018 e nel 2019, la Polonia ha stretto accordi di fornitura a lungo termine con società americane tra cui Cheniere Energy e Sempre Energy. Entro l’inizio del prossimo anno, la Polonia prevede di essere indipendente dalle importazioni di gas russe.

Viceversa, Germania e Francia sono state fredde di fronte alle aperture degli Stati Uniti. Gli impianti di importazione di Gnl proposti in Germania sono stati ritardati poiché la Russia ha costruito un nuovo gasdotto, il Nord Stream 2, che dovrebbe raddoppiare il gas russo esportato in Germania. Ma il NS2, benché completato, non effettua ancora il servizio in attesa dell’approvazione finale da parte delle autorità di regolamentazione tedesche. Dal canto suo la Russia, che in genere fornisce circa il 40% del gas naturale europeo, ha cercato di minimizzare le preoccupazioni legate alle tensioni con l’Ucraina. Ma se le forniture russe venissero interrotte durante l’inverno, una parte dell’Europa pagherebbe la sua dipendenza ad un prezzo assai pesante.

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