Almeno ufficialmente l’Unione Europea controlla da oltre 12 anni le montagne di spazzatura accantonate a Giugliano e nella zona del lago Patria. Il 3 luglio del 2008 la Commissione diede inizio alla procedura di infrazione contro la Campania per “Mancata tutela della salute dei cittadini”. Un problema che 12 anni dopo è ancora lì, come se i milioni di euro che il governo ha anticipato fossero noccioline. Milano ride, i problemi della spazzatura dell’intera Campania vengono seguiti con attenzione e sgomento non solo dall’Ue ma dalle più importanti capitali: i nostri problemi e l’inspiegabile “no” a nuovi termovalorizzatori fanno discutere. Abbiamo un servizio di raccolta dei rifiuti che, almeno a Napoli, funziona a costi elevatissimi perché la spazzatura raggiunge buona parte del mondo a bordo di camion e di navi. È il servizio più caro d’Italia e d’Europa, con una Tari lontanissima dalla Tarip (tariffazione puntuale) che per la Campania è meno di un sogno.

Antonio Bassolino era governatore quando Napoli era invasa dai rifiuti: nell’area del giuglianese si cominciarono ad ammassare migliaia di ecoballe. Il governo all’epoca era guidato da Silvio Berlusconi, che chiese aiuto a Guido Bertolaso, all’epoca alla Protezione Civile. Piani, In 12 anni l’unico impianto realizzato è stato il termovalorizzatore di Acerra. Nel 2015, l’Ue ha emesso la sentenza per la spazzatura della Campania: l’Italia fu condannata al pagamento immediato di venti milioni di euro e di 120mila euro per ogni giorno di ritardo. Sanzione divisa in tre parti, ognuna da 40 mila euro per: discariche, termovalorizzatori e impianti di trattamento dei rifiuti organici. Se avessimo realizzato qualcosa in questi cinque anni avremmo potuto ottenere una riduzione della sanzione.

Il governo ha versato finora all’Ue la bellezza di 199milioni e 920mila euro. La Regione tra il 2001 e il 2009 ha dichiarato di aver ammassato nel Giuglianese sei milioni di tonnellate di rifiuti. Venne il turno di Stefano Caldoro che, da governatore, aveva programmato la realizzazione a Salerno di un termovalorizzatore da trecentomila tonnellate di rifiuti all’anno. La spazzatura non si è mai mossa da lì. Restano da smaltire 3 milioni e 800mila tonnellate, che il governatore promise di eliminare nel suo primo mandato. Il presidente uscente ha annullato il progetto del suo predecessore Caldoro per il termovalorizzatore di Salerno mentre dal Nord tornano spesso indietro camion carichi di frazione umida considerata di “scarsa qualità”. La Cina, pronta ad accogliere navi cariche di plastica e carta, da tempo avrebbe ridotto la sua collaborazione perché considera quei materiali “impuri”.

Ricandidato, De Luca ripropone la promessa: via le ecoballe. La Procura di Napoli, anche in piena pandemia, ha effettuato con i carabinieri del Noe sopralluoghi alla Sapna e all’Asia per recuperare documenti. È in corso un’inchiesta che coinvolge Fulvio Bonavitacola, vice presidente della Regione e assessore all’ambiente, Raffaele Del Giudice vice sindaco di Napoli e responsabile dei rapporti con l’Asia e alcuni dirigenti o ex dirigenti della Sapna e dell’Asia che devono chiarire le proprie posizioni per omissioni di atti d’ufficio. Ossia mancata rimozione delle ecoballe, mancata realizzazione impianti di compostaggio e mancata realizzazione di siti di compostaggio al servizio degli Stir di Napoli.