Prima la giornata di ferie, poi la mail con l’annuncio del licenziamento di 422 lavoratori. Nel giro di 48 ore i dipendenti dell’azienda Gkn di Firenze si sono ritrovati in mezzo alla strada senza alcun preavviso.

La multinazionale britannica è attiva nel settore dell’automotive, nella produzione di semiassi e di elementi di trasmissione. Di proprietà di un fondo statunitense, il gruppo ha rilevato nel 1994 lo stabilimento ex Fiat di Novoli (in provincia di Lecce), che due anni dopo (nel 1996) fu trasferito a Capalle, periferia del comune di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, dove fino a poche ore fa lavoravano 422 persone a tempo indeterminato: quattro dirigenti, 16 quadri, 67 impiegati e 335 operai.

Nello stabilimento la scorsa notte una cinquantina di lavoratori ha dato vita a una assemblea permanente aperta con le rsu e i sindacati. “Una cinquantina di lavoratori sono rimasti qui – spiega Andrea Brunetti della Fiom Cgil di Firenze -, abbiamo passato una notte tranquilla e ci siamo svegliati con più consapevolezza di ieri. L’assemblea permanente andrà avanti a oltranza, nelle prossime ore decideremo cosa fare a partire da lunedì quando lo stabilimento avrebbe dovuto riaprire dopo il weekend”.

Per il ministro del Lavoro Andrea Orlando è una mossa inaccettabile: “Ho sentito il sindaco di Campi Bisenzio e i miei uffici hanno contattato i sindacati, il Mise si sta muovendo per verificare le condizioni in cui è avvenuto l’episodio, ma si tratta di modalità che non possono essere accettate e su cui bisogna trovare tutti gli elementi per scongiurarle”. Orlando poi ammette: “Non ho mai nascosto le mie preoccupazioni davanti allo sblocco dei licenziamenti questa mi sembra però una questione che ha delle caratteristiche specifiche. Ci troviamo di fronte a un caso particolare”.

Solidarietà ai lavoratori della Gkn anche da parte dei sindaci toscani che, con una sorta di staffetta, hanno passato la notte nella fabbrica.

Gkn, la lettera di licenziamento ai 422 dipendenti: “Crisi non sostenibile”

Il colosso britannico nella mail di licenziamento inviata ai 422 dipendenti ha sottolineato alcuni dati. “Nel 2025 la produzione di veicoli leggeri in Italia non supererà 1 milione, inferiore del 6% al 2016”. Il comparto automotive in Italia, secondo l’azienda, “già nel 2020 si caratterizzava per andamento negativo che lasciava trasparire grande sofferenza” ma con la pandemia la sofferenza si è “amplificata” comportando “una pressione al ribasso dei prezzi”.

Gkn indica “una continua decrescita dei prezzi di circa il 3% ogni anno”, decrescita che provoca in Italia un “totale disequilibrio tra costo di produzione e valore di vendita”. Anche con questo quadro la Gkn motiva i licenziamenti che porteranno alla chiusura della fabbrica di semiassi a Campi Bisenzio (Firenze). L’azienda spiega inoltre che le forte pressione sui prezzi dei nuovi prodotti si traduce nella necessita’ di “operare riduzioni fino a circa il 10% da una generazione di prodotto all’altra”.

Landini: “Non sono licenziamenti ma delocalizzazioni”

“Quello che stiamo vedendo in questi giorni non sono licenziamenti, sono delocalizzazioni. Andrò li per far vedere che siamo con loro. Non siamo disponibili a fare da spettatori”. E’ quanto ha affermato a Lodi il segretario della Cgil, Maurizio Landini facendo riferimento sia alla vicenda Gkn sia a quella Gianetti Rute di Ceriano Laghetto.

Redazione