Non solo nordcoreani, anche gli yemeniti sono finiti nella guerra tra Russia e Ucraina. Per evitare di proclamare la mobilitazione generale e innescare una rivolta in Russia, Vladimir Putin sta arruolando le persone dei paesi più disparati approfittando della miseria e della sua collocazione geopolitica. Dopo i soldati della Corea del Nord sono stati visti nelle caserme russe anche miliziani yemeniti. Grazie alla cooperazione con l’Iran, la Russia è riuscita ad arruolare circa 300 yemeniti disperati che in cambio di una promessa di lavoro e della cittadinanza russa sono partiti, lasciando i territori controllati dai ribelli Houthi dove è alto il tasso di fame e malattie, per ritrovarsi nelle caserme ad attendere l’invio al fronte.

Il processo di reclutamento

A lanciare l’allarme sul fatto che la Russia abbia reclutato mercenari yemeniti per combattere nel conflitto in corso in Ucraina con falsi pretesti tramite una società legata al gruppo ribelle, è stato l’avvocato yemenita Tawfiq Al-Hamidi. Noto per le sue battaglie in favore dei diritti umani, ha ricevuto ieri un messaggio da uno yemenita, Mutasim al-Hamadi, che si trova in Russia il quale gli ha scritto: “Siamo un gruppo di giovani sequestrati in una caserma russa. Ci siamo ribellati al reclutamento forzato e siamo stati venduti da degli yemeniti. Vi preghiamo di salvarci e tirarci fuori da qui”. Il legale yemenita ha spiegato al Riformista che a questi giovani, circa 300, sono stati promessi alti stipendi e potenzialmente la cittadinanza russa.

“Il processo di reclutamento prevede di ingannare gli uomini yemeniti con offerte di lavoro redditizie in settori come la sicurezza o l’ingegneria. All’arrivo in Russia, questi uomini vengono quindi portati in strutture militari e arruolati nell’esercito russo. Le reclute yemenite affrontano presumibilmente condizioni difficili e molti non hanno esperienza militare. Alcuni hanno riferito di essere stati sottoposti a coercizione, tra cui minacce di violenza per essersi rifiutati di arruolarsi, e sono stati coinvolti in attività di combattimento con perdite significative”. Questa campagna di reclutamento sottolinea i legami sempre più profondi tra la Russia e il movimento Houthi, evidenziando una strategia più ampia della Russia di utilizzare combattenti stranieri per integrare le proprie forze in Ucraina. Per al-Hamadi “questo è uno sviluppo pericoloso nelle ripercussioni della guerra nello Yemen, dove le condizioni economiche e politiche vengono sfruttate per reclutare giovani per combattere al fronte per conto di Putin. Questo fenomeno rappresenta la continuazione dello sfruttamento degli yemeniti da parte di soggetti locali e internazionali nei conflitti esterni, il che costituisce una flagrante violazione dei diritti umani e del diritto internazionale”.

Lo sfruttamento

Esiste una rete di reclutamento organizzata che comprende i governatorati di Ibb e Taiz, gestita attraverso intermediari locali legati a figure influenti all’interno del gruppo Houthi, con la facilitazione di cittadini russi, forse nel Sultanato dell’Oman. Per l’analista yemenita Amin Abdel-Aleem “ciò che sta accadendo in termini di reclutamento di giovani nello Yemen per combattere al fianco della Russia contro l’Ucraina è un odioso sfruttamento della guerra di cui soffre il Paese. Viviamo in una crisi economica soffocante con alti tassi di disoccupazione, che facilitano il reclutamento di giovani per cercare qualsiasi fonte di reddito”.

Massimiliano Boccolini

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