Medio Oriente
Gli spalloni della mezzaluna sciita: così i pellegrini libanesi vengono usati per portare armi e soldi dall’Iran
Si recano nei luoghi santi e, al ritorno da Teheran, a bordo dell’aereo che la collega con Beirut portano con loro ingenti quantità di denaro per finanziare la ricostruzione di Hezbollah

Il 23 febbraio sarà una giornata campale per Beirut. La zona dell’aeroporto ospiterà il funerale dell’ex segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Il leader sciita è stato ucciso il 27 settembre 2024 in un attacco aereo condotto dall’esercito israeliano nella periferia della città. Per l’occasione la Direzione generale dell’aviazione civile dell’aeroporto internazionale di Rafic Hariri ha annunciato che lo scalo rimarrà chiuso. L’area è particolarmente importante perché è diventata di fatto l’unica via di comunicazione tra l’Iran e il partito sciita, dopo la caduta del regime siriano di Bashar al-Assad e la chiusura delle vie terrestri di collegamento usate per portare armi e soldi da Teheran a Beirut.
Dalla perdita della Siria, Hezbollah ha trovato come unico modo per finanziarsi quello di usare i pellegrini sciiti libanesi che si recano nei luoghi santi dell’Iran come veri e propri spalloni. Questi pellegrini al ritorno da Teheran, a bordo dell’aereo che collega la città con Beirut, portano con loro ingenti quantità di denaro per finanziare la ricostruzione di Hezbollah, duramente colpita nella recente guerra con Israele. Per questo giovedì scorso le autorità di Beirut, su richiesta di Israele, hanno emesso il divieto di decollo dall’aeroporto di Teheran per Beirut di un aereo iraniano con a bordo passeggeri libanesi, cosa che ha causato il ritardo dei voli. In questo modo si è voluto quindi chiudere il canale di finanziamento per Hezbollah causando però disagio a numerosi viaggiatori.
La pubblicazione sui social media di video di decine di libanesi, in visita religiosa in Iran, che protestavano all’aeroporto di Teheran perché era stato impedito loro di tornare a Beirut, ha spinto i militanti di Hezbollah ha inscenare manifestazioni intorno allo scalo a Beirut. La protesta ha impedito ai passeggeri di entrare e uscire dalle loro auto. Gli attivisti hanno annunciato nelle registrazioni diffuse sui social che “l’aereo avrebbe dovuto decollare alle 14:30 ora di Teheran (13:00 ora di Beirut) e gli è stato impedito di partire dall’aeroporto di Teheran”. Hanno affermato: “Il governo del nostro Paese non è in grado di prendere una decisione se accogliere i suoi cittadini, a causa di un tweet del portavoce dell’esercito israeliano (Avichay Adraee) in cui ha parlato del trasferimento di fondi iraniani attraverso di esso a (Hezbollah)”. Le informazioni indicavano che la Direzione generale dell’aviazione civile dell’aeroporto internazionale Rafic Hariri aveva informato l’aeroporto di Teheran che “si sarebbe astenuta dal ricevere l’aereo iraniano diretto a Beirut poco prima dell’orario di decollo”.
Una fonte dell’aeroporto di Beirut ha confermato di avere avuto informazioni che indicano che questo aereo trasportava denaro per Hezbollah e che questa questione mette a repentaglio la sicurezza dell’aeroporto. Il ministero degli Esteri iraniano ha quindi accusato Israele di aver interrotto i voli tra Teheran e la capitale libanese, dopo che le autorità aeronautiche libanesi hanno rifiutato di consentire l’atterraggio di un volo passeggeri iraniano. Il rifiuto è arrivato dopo che Israele ha affermato che il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran aveva contrabbandato denaro contante a Hezbollah su voli civili. “La minaccia del regime sionista a un aereo passeggeri che trasportava cittadini libanesi ha interrotto i normali voli per l’aeroporto di Beirut”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmaeil Baqaei in una dichiarazione. I media libanesi hanno riferito che decine di cittadini libanesi sono rimasti bloccati a Teheran dopo che la compagnia aerea Maher Air è stata informata che il suo volo per Beirut non sarebbe stato in grado di atterrare.
Le proteste degli Hezbollah sono poi sfociate due giorni dopo nell’attacco a un convoglio della Missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unsmil) avvenuto, che ha lasciato feriti due peacekeeper, tra cui il vice comandante uscente della forza, il generale di brigata nepalese Chok Bahadur Dhakal. L’attacco si è verificato mentre i sostenitori di Hezbollah bloccavano per la seconda notte consecutiva la strada per l’unico aeroporto internazionale del Paese. I collegamenti con l’Iran non sono gli unici usati a questo scopo. Negli ultimi anni anche l’Iraq è stato accusato di essere uno dei valichi di frontiera più importanti, insieme alla Siria di Bashar al-Assad, per il trasferimento del supporto logistico iraniano a Hezbollah in Libano.
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