“Arrogante, supponente, ridicola… una con la quale non si può andar d’accordo”. Sono le cose che Silvio Berlusconi ha scritto su un foglio di carta intestata, mentre era seduto al suo banco al Senato, e il foglio di carta intestata è stato inquadrato dalle telecamere e mostrato a tutt’Italia. Qualcuno dice che doveva restare un pensiero privato di Berlusconi e che la divulgazione sia stata un incidente. Permettetemi di dubitare. Berlusconi raramente fa le cose per caso e quello che ha scritto su Giorgia Meloni lo ha scritto in modo schematico e ordinato e in bella calligrafia: io proprio non credo che lui non volesse che finisse nelle immagini delle Tv. Quindi?

Quindi la verità è che il governo nuovo, guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, sta per nascere già profondamente ferito. Alla fine Forza Italia voterà la fiducia ma di certo di fiducia ne ha pochissima. Perché? Per la storia di Licia Ronzulli? Figuriamoci. Il problema è molto più grande e non si risolve con uno scambio di ambasciatori. Del resto l’intervento a gamba tesa di Ignazio La Russa che ieri ha intimato a Berlusconi di dichiarare che il suo scritto è una fake news dimostra che Fratelli di Italia di arroganza ne ha da vendere.

Primo: che vuol dire che deve dire che è una fake news: deve mentire e inchinarsi sull’altare di Giorgia?

Secondo: sicuro che il presidente del Senato abbia il compito di gettarsi con la lancia in resta nella battaglia politica?

Terzo: intimare a Berlusconi di rinnegare il suo pensiero, francamente – lasciatemelo dire – tradisce il dna fascista. Quasi quasi gli chiedeva di bere anche un po’ di olio di ricino. È un gesto orrendo, soprattutto nei confronti del più anziano leader politico italiano, che oltretutto è l’uomo che ha portato via la Russa e i suoi colleghi dal ghetto del vecchio e isolato neofascismo.

E allora, cosa succede nel centrodestra? Che gli strappi di Meloni hanno messo in allarme Forza Italia. La quale si rende conto che il disegno è di mettere ai margini i liberali e i moderati e di realizzare un governo di destra destra. Lontano dalle idee liberali e moderate: sulla guerra, sull’economia, sulla giustizia. Per ora non c’è alternativa all’accordo. Ma la rottura è difficile da sanare.

Avatar photo

Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.