Nonostante la delusione per il mancato rispetto dell’ultimatum da parte della giunta militare che ha preso il potere in Niger, l’Ecowas sta continuando a lavorare per convincere il Consiglio Nazionale di Salvaguardia della Patria ad accettare la trattativa, ma la loro forza persuasiva si affievolisce sempre di più. L’annullamento del vertice dei capi di stato maggiore che si sarebbe dovuto tenere oggi  ad Accra in Ghana per mettere per iscritto un piano d’azione che possa coordinare le forze armate dei 4 stati che hanno deciso di partecipare a questa operazione militare rafforza la posizione dei golpisti.

Il vertice rinviato sine die avrebbe dovuto stabilire una piattaforma da utilizzare nel caso  si decidesse  l’uso della forza. La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale avrebbe a disposizione una forza di polizia di intervento rapido composto da circa 2500 uomini provenienti da tutti ì paesi, ma pare difficile che questo contingente, che vede anche soldati di stati sospesi, possa essere la soluzione per convincere i riottosi generali che hanno preso il potere a Niamey. La Fac, questo l’acronimo di questo corpo d’intervento, sotto il nome di Ecomog in passato è intervenuta in Sierra Leone, Liberia, Guinea Bissau e Costa d’Avorio, ma sempre in operazioni di polizia. Non pare quindi adatta a concretizzare le minacce dell’Ecowas, che stanno comunque facendo effetto sul generale golpista Tchiani.

A Niamey è infatti nato un nuovo governo a guida civile, ma con due generali nei dicasteri chiave della Difesa e degli Interni. La Francia è sempre più sola a spingere per l’intervento militare e adesso lo fa per bocca del presidente ivoriano Alassane Ouattara, un vero fedelissimo di Parigi. La Costa d’Avorio si è detta pronta a mettere a disposizione 1000 soldati, ora sono i nigeriani a frenare. Gli Stati Uniti stanno cercando una via della trattativa e hanno già mandato il vice-segretario di Stato per cercare un contatto, mentre i vertici dell’Ecowas stanno cercando un concreto appoggio da parte dell’Unione Africana e anche delle Nazioni Unite, sintomo di un’azione sempre più difficile è che viaggia verso una vera e propria burocratizzazione.

Tutto mente si sta spaccando anche il fronte dell’Unione Europea con Italia e Germania che, dopo aver chiesto più volte di estendere l’ultimatum, ora vogliono seguire la via diplomatica. Intanto la giunta nigerina inasprisce la presa sul paese con nuove manifestazioni di sostegno e la creazione di brigate per soffocare ogni dissenso. Mentre la Wagner continua ad osservare con malcelato interesse. 

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi