Si discute tanto in questi mesi di GPA, ovvero di ‘gestazione per altri‘, altrimenti detta ‘maternità surrogata‘ o – con termini volutamente negativi – ‘utero in affitto‘. Vediamo, qui di seguito, di cosa si tratta.

COS’È LA GPA

Nel processo della GPA, l’embrione viene creato attraverso fecondazione in vitro utilizzando gli ovociti della madre biologica o di una donatrice e lo sperma del padre biologico o di un donatore. Successivamente, l’embrione viene impiantato nell’utero della gestante surrogata, che si impegna a portare avanti la gravidanza e a consegnare il bambino alla coppia o all’individuo commissionante dopo la nascita. La gestazione per altri può avvenire in diverse forme e può comportare accordi legali e finanziari tra le parti coinvolte. Le leggi sulla gestazione per altri variano da paese a paese e possono essere più o meno permissive, a seconda delle normative locali. Alcuni paesi vietano completamente la gestazione per altri, mentre altri la regolamentano in modo più o meno restrittivo.

COS’È LA GPA ALTRUISTICA

La GPA altruistica si verifica quando una donna decide di diventare gestante surrogata senza ricevere alcun compenso finanziario per i suoi servizi. In questo caso, la motivazione principale della gestante surrogata è quella di aiutare una coppia o un individuo che non può portare avanti una gravidanza a realizzare il loro desiderio di avere un figlio. Nella gestazione per altri altruistica, la gestante surrogata può avere un legame emotivo o di parentela con la coppia o l’individuo commissionante. Ad esempio, potrebbe essere un’amica o una parente stretta che offre volontariamente il proprio aiuto.

IL DIBATTITO SULLA MATERNITÀ SURROGATA

Il dibattito in Italia e nel mondo sulla GPA è sempre molto polarizzato tra favorevoli e contrari. Tra gli argomenti utilizzati a favore della maternità surrogata spiccano la realizzazione del desiderio di genitorialità perché la GPA può offrire una possibilità di genitorialità a coppie o individui che altrimenti non potrebbero avere figli biologici, la libertà riproduttiva (i sostenitori della GPA argomentano che le persone dovrebbero avere il diritto di fare scelte riguardo alla propria riproduzione e famiglia) ed il beneficio economico per la gestante surrogata: la GPA offrirebbe un’opportunità economica per le donne che scelgono di diventare gestanti surrogati. Tra le posizioni critiche sulla GPA spiccano invece la critica radicale a forme di sfruttamento e commercializzazione del corpo – i critici sostengono che la compensazione finanziaria può creare una situazione in cui le donne si trovano di fatto costrette a vendere il proprio corpo e la loro capacità riproduttiva -, i potenziali danni fisici e psicologici per la gestante surrogata con conseguenze negative sulla sua salute ed il suo benessere psicofisico ed infine i diritti ed il benessere del bambino: molti sostengono che il bambino potrebbe subire un senso di separazione e identità confusa, poiché potrebbe essere coinvolto in dinamiche complesse tra genitori biologici e gestante surrogata.

DOVE È PERMESSA

L’associazione Luca Coscioni – in occasione del progetto di legge sulla GPA altruistica a firma del Senatore Ivan Scalfarotto (Italia Viva) e del Deputato Riccardo Magi (Più Europa) – ha realizzato uno studio sulle soluzioni legali che nel mondo sono state scelte per disciplinare una materia così complessa ed ha classificato i Paesi tenendo conto di quelli nei quali la gravidanza per altri è ammessa nelle forme commerciale e altruistica, oppure solo in una delle due forme, se è completamente vietata, ed eventualmente il tipo di sanzione prevista, oppure se non è regolamentata. Lo studio condotto, che è ancora in fase di completamento, evidenzia come attualmente, fra i Paesi analizzati, vi siano ben 33 Stati che prevedono per legge l’accesso alla gravidanza per altri nella sola forma solidale ed ulteriori 32 Stati che prevedono, sempre attraverso una legislazione ad hoc, l’accesso alla gravidanza per altri sia nella forma solidale che in quella commerciale. Tra gli Stati che prevedono per legge l’accesso alla gravidanza per altri altruistica, ve ne sono molti dove è necessario dimostrare in modo più o meno forte l’impossibilità ad avere figli della coppia o dell’individuo che ha deciso di averli, in alcuni casi rendendo necessaria la presentazione di documentazione medica che attesti l’impossibilità procreativa o il rischio del parto della madre intenzionale. In molti di questi casi è richiesto che la madre biologica abbia già avuto figli. Per quanto riguarda l’accordo tra le parti, alcuni stati come ad esempio il Regno Unito chiedono che vi sia sentenza di un giudice a convalida dell’accorto una volta che il bambino è nato o altri come il Portogallo che stabiliscono che la GPA debba essere autorizzata dal Consiglio nazionale della PMA (procreazione medico assistita): in questo caso l’accordo non può prevedere il pagamento della surrogata, cui spetta un rimborso delle sole spese comprovate e collegate alla gravidanza.

Redazione

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