Nell’Italia alle prese con l’emergenza Coronavirus scoppia una nuova grana. A partire da domani incroceranno le braccia i benzinai, come annunciato in una nota congiunta dei sindacati Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.

“Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”, si legge nella nota sindacale.

Pur consapevoli infatti di correre il rischio “dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone”, i benzinai sono convinti della loro scelta di fermarsi. “Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio”, concludono i sindacati.

Un’iniziativa, questa, giudicata con severità dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che in conferenza stampa ha auspicato che l’annuncio rientri presto: “In questo momento non possiamo permettercelo”. E ha aggiunto: “La ministra De Micheli sta lavorando a un provvedimento che regoli gli orari di apertura delle stazioni di rifornimento. Assicuro che il servizio continuerà”.

CONFCOMMERCIO: “INTERVENGA IL GOVERNO” – Durissima la reazione allo sciopero del vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè, che invita il Governo a fornire risposte alle richieste dei gestori degli impianti autostradali e stradali di carburante per evitare che l’autotrasporto sia costretto, suo malgrado, a fermarsi per l’impossibilità di far rifornimento interrompendo l’approvvigionamento delle merci. ”Il minacciato blocco da parte dei benzinai deve essere assolutamente evitato: a rischio il trasporto delle merci essenziali”, spiega infatti Uggè.

“Auspichiamo un immediato intervento del Governo perché, se le sigle dei gestori di carburante dovessero confermare il fermo, annunciato a partire da domani, si avrebbe come effetto il rischio della conseguente sospensione dei servizi essenziali già precari che oggi le imprese dell’autotrasporto stanno garantendo agli ospedali, alle farmacie, alle attività produttive e ai negozi di generi di prima necessità”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio.

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