L’economista Sergio Ricossa era solito dire che «la contabilità è la vera economia politica», in quanto dentro ai dati su ricavi, costi, entrate e uscite di un’impresa (o di una serie di imprese) si può capire davvero come vadano le faccene economiche, a partire dalla singola impresa o dal singolo settore, fino ad arrivare al PIL totale di un paese. Ma la domanda di partenza è: quanto valore crea o distrugge un’impresa? Qui – basandomi sull’ottimo pezzo apparso su StartMag nell’aprile scorso – voglio concentrarmi sull’andamento di SEIF (Società Editoriale Il Fatto), la quale pubblica il giornale Il Fatto Quotidiano come prima fonte di ricavi e produce contenuti multimediali, in particolare quelli che appaiono sul sito TV Loft. SEIF è peraltro quotata in borsa, dove non spicca per il numero di scambi effettuati – ieri un corposo totale di zero titoli scambiati – e neppure per la valorizzazione totale (6 milioni 730 mila euro).

L’ultimo bilancio di esercizio relativo al 2022 mostra numeri contrastanti. I ricavi totali dalla gestione ordinaria sono in peggioramento, in quanto erano pari a 32 milioni circa nel 2021 e sono scesi a poco meno di 28 milioni nel 2022: un calo del 12,5%, che è particolarmente pronunciato nel caso del settore media content (da 3,5 milioni a 2,2 milioni, cioè un calo di quasi il 38%, pagina 38 della nota integrativa). Poiché i costi non scendono nella stessa misura, il cosiddetto EBIT (i profitti “ordinari”, calcolati prima di avere tolto spesa per interessi, imposte e dividendi) è negativo nel 2022 per 5,5 milioni di euro (pagina 7 della relazione di gestione degli amministratori), mentre era positivo e pari a 466 mila euro nel 2021. E qual è stato l’utile netto di SEIF nel 2022? Negativo? Assolutamente no: l’utile netto è pari a 2 milioni e mezzo di euro, rispetto ai 168 mila euro del 2021.

Il lettore più accorto potrebbe a questo punto domandarsi come si possano conciliare questi numeri, cioè un fatturato in calo e nel contempo utili netti in aumento. Ebbene, il 14 dicembre scorso gli amministratori di SEIF hanno deciso di costituire una società separata, chiamata Loft Produzioni, interamente posseduta da SEIF, alla quale è stato attribuito il ramo d’azienda dedito alla produzione di contenuti multimediali. Quale l’effetto di ciò sul bilancio? Il ramo d’azienda era precedentemente valutato 6,4 milioni di euro, mentre la partecipazione nella nuova società viene valutata dopo perizia 13,3 milioni di euro, cosicché si realizza una plusvalenza straordinaria pari a 6,9 milioni di euro circa. Ebbene, il raccordo contabile consiste nel fatto che questa plusvalenza entra nel conto economico come ricavo straordinario, e ciò contribuisce a spostare SEIF dal territorio delle perdite a quello degli utili.

Con la prossima relazione semestrale potremo verificare per bene l’andamento di Loft Produzioni, tenendo altresì conto dell’andamento non eccelso di media content nel 2022 rispetto al 2021, di cui dicevo sopra. Il principio cruciale in ragioneria è quello della «rappresentazione veritiera e corretta», il quale impone di fornire ad azionisti, lavoratori, fornitori e al pubblico un quadro franco dell’andamento economico, patrimoniale e finanziario dell’azienda in questione. In particolare, una partecipazione finanziaria ha valore nella misura in cui produce un flusso futuro di utili corrispondenti a tale valorizzazione, o trova un compratore sul mercato disposto a convertirla in denaro sonante.

Quindi: chi vivrà vedrà (i conti), ma nel contempo si può già vedere come i depositi bancari di SEIF abbiano avuto un andamento ben peggiore delle contemporanee ospitate del direttore Marco Travaglio su La7: erano 3 milioni 100mila euro a fine 2021, mentre sono 695 mila euro a fine 2022, un ingombrante calo di 2 milioni 400mila euro. Tanto per darvi un’idea del ritmo, con una quarantina di partecipazioni a Otto e Mezzo stiamo parlando di 60mila euro ad ospitata.