Annullate le elezioni presidenziali tenutesi sabato scorso
I militari prendono il potere anche in Gabon. Un golpe che arriva in un momento particolarmente critico
Destituito il presidente appena rieletto: Ali Bongo era al potere dal 2009 ed era succeduto al padre Omar Bongo che aveva dominato la scena politica del paese dal 1967, per quella che può essere definita una vera e propria dinastia familiare.

A soltanto un mese dal colpo di stato che ha sconvolto il Niger, i militari prendono il potere anche in Gabon. Questa mattina all’alba una dozzina di soldati di forze miste di esercito, polizia ed anche la guardia presidenziale si sono presentati alla televisione nazionale annullando le elezioni tenutesi sabato scorso, sciogliendo le istituzioni e chiudendo le frontiere del paese africano. Alle 5.30 ora locale Ali Bongo Ondimba era stato ufficialmente rieletto per la terza volta alla guida dello stato con il 65% dei suffragi, ma questo risultato era stato fortemente contestato dalle opposizioni che avevano accusato il partito di Bongo di brogli elettorali.
Ali Bongo è al potere dal 2009 ed era succeduto al padre Omar Bongo che aveva dominato la scena politica del paese dal 1967, per quella che può essere definita una vera e propria dinastia familiare. La famiglia Bongo ha il controllo di tutte le risorse del paese ed ha piazzato parenti e d amici in ministeri ed uffici chiave per lo sfruttamento delle enormi riserve petrolifere del Gabon.
Lo stato africano basa oltre il 50% del suo Prodotto Interno sul greggio e anche se le riserve terrestri sono in rapido esaurimento, sono stati scoperti importanti giacimenti off-shore. Il Gabon, nonostante la presenza dell’oro nero, ha enormi debiti internazionali soprattutto con il Fondo Monetario Internazionale. La Francia sta seguendo con grande attenzione l’evolversi dei fatti a Libreville dove per le strade si sono sentiti colpi di arma da fuoco. Al momento non si sa dove sia il deposto presidente Bongo, che ha anche importanti problemi di salute, ma è probabile che sia nella sua residenza nella capitale gabonese. La giunta militare che si è presentata in televisione con il nome di Comitato per la Transizione ed il Ripristino delle Istituzioni ha invitato la popolazione alla calma, ma non ha istituito un coprifuoco come se non si aspettasse manifestazioni di piazza in favore di Bongo. Nel paese c’è una della cinque basi militari permanenti di Parigi nel continente africano con un dispositivo di 400 uomini delle forze speciali e altri in rotazione.
La Francia ha sempre avuto fortissimi legami con il Gabon che è anche nell’area monetaria del Franco CFA, legato a Parigi, e l’esercito gabonese da anni viene addestrato dai militari francesi. Altri grandi player sono però presenti da anni in Gabon, soprattutto la Cina. Pechino è stata fra i primi a rilasciare un comunicato per chiedere garanzie sulla sicurezza di Ali Bongo, che in primavera era stato ospite di Xi Jinping per concludere una serie di accordi commerciali sullo sfruttamento delle risorse petrolifere. Gli stati confinanti come il Camerun ed il Congo non hanno ancora preso una posizione ufficiale, ma restano entrambi piuttosto vicini alla Francia, anche se in Congo le attività petrolifere sono in joint venture con aziende russe da anni. Già nel 2019 le forze armate avevano tento un colpo di stato in Gabon approfittando dell’assenza di Bongo, in Marocco per curarsi dopo l’ictus, ma in poche ore il governo gabonese aveva ripreso il controllo della situazione. Ora le cose sono diverse e nelle strade di Libreville regna la calma, compreso nel quartiere dove risiede la famiglia del presidente. Questo golpe arriva in un momento particolarmente critico ed in una regione nella quale i paesi sembravano molto più stabili rispetto al travagliato Sahel, un contagio molto pericoloso che potrebbe cambiare definitivamente gli equilibri del continente africano.
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