Il nostro viaggio alla scoperta della Napoli insolita e misteriosa prosegue nella zona di Santa Maria ai Monti, a ridosso dei cosiddetti “ponti rossi”, dove una lunga strada risale la collina, trasportandoci in pochi minuti dal centro storico di Napoli ad una zona collinare fatta di campi coltivati, mulattiere e monasteri. Sfumato il tentativo di recuperare l’antico acquedotto Romano edificato dall’Imperatore Claudio, dopo il 1600 l’intera zona venne abbandonata a sé stessa.

Tuttavia, nei secoli successivi, alla vocazione agricola naturale del territorio si aggiunse un forte sentimento religioso che trovò espressione nell’edificazione di numerose chiese e monasteri, su tutti quello delle Carmelitane scalze, grazie all’opera di Padre Rumualdo, e quello dei Passionali. Questi luoghi sono legati a doppio filo alle vicende prodigiose di “Suor Pinella”, una mistica che qui visse e predicò, conducendo una vita di sofferenze fisiche contrappesata da un pathos mistico e da una vocazione che portarono ben presto suor Maria Giuseppina Cattani (1896-1948), detta amichevolmente “Pinella” per via della sua gracile fisionomia, a diventare celebre per la sua fede, che trasmetteva con indomata passione ai fedeli, e per numerosi miracoli che nel tempo le sono stati attribuiti, fino a farsi anello di congiunzione tra il divino e la comunità dei fedeli, rimasti legati a lei e alle sue parole di conforto anche e soprattutto durante la guerra.

Un noto episodio narra che un giorno le fu donata una reliquia del braccio di Francesco Saverio, e questa donazione aiutò miracolosamente a farla alzare dal letto, nonostante la sua salute cagionevole e precaria. Un’apposita commissione ha certificato l’attendibilità di un miracolo in particolare, ricevuto da un ragazzo affetto da encefalite fulminante, guarito in seguito all’appello e alla preghiera rivolta proprio a Suor Maria Giuseppina. Per questo miracolo, nel 2008 suor Pinella è stata resa beata. Ma sono tante le curiosità e gli aneddoti che riguardano questa figura carismatica di religiosa e di fedele, come le superstizioni relative ai suoni che i fedeli possono udire porgendo l’orecchio alla tomba in cui è sepolta, in grado, leggenda narra, di predire la possibilità per il credente di ricevere o meno la grazia.