Dal caso tragico di Tiziana Cantone a quello della gogna generata da foto intime di ragazzine pubblicate dagli amici, fino al drammatico epilogo della maratona di 50 ore alla guida di una Lamborghini costata la vita a un bambino di cinque anni, travolto dal suv guidato da uno degli youtuber dei “TheBorderline“. Le opportunità ma soprattutto i rischi e i pericoli della comunicazione e dell’utilizzo dei social network. Questa la mission degli avvocati napoletani che dopo i recenti fatti di cronaca hanno avviato un ciclo di incontri nelle scuole del capoluogo partenopeo volto a sensibilizzare gli studenti sull’uso delle piattaforme, da Facebook a TikTok, passando per Instagram e WhatsApp.

Una campagna di prevenzione ideata dal penalista Alfredo Sorge insieme ai colleghi Roberta Foglia Manzillo, Manuela Palombi e Sergio Longhi. Un ciclo partito all’istituto Salesiani “Sacro Cuore” davanti a una platea di 200 ragazzi mostratasi interessata ai casi concreti ricordati nel corso delle oltre due ore di confronto moderato dall’avvocato Anna Salvati. “Non si può più tornare indietro dopo aver inviato o pubblicato una foto o un video sui social” ricorda la civilista Foglia Manzillo che per prima, anni fa, difese Tiziana Cantone, la giovane che nel 2016 si tolse la vita dopo la pubblicazione di diversi video intimi. “Spesso – ricorda Foglia Manzillo – un Tribunale non riesce a risolvere il problema. La problematica nasce dalla richiesta di segnalare l’url in questione ma poiché le sede delle società proprietarie di questi social sono all’estero, non possiamo utilizzare la pec ma la raccomandata che impiega più tempo. Diventa quindi tutto più complicato, soprattutto per le storie che durano appena 24 ore”.

I ragazzi devono “stare attenti prima di pubblicare in rete qualsiasi contenuto che possa pregiudicare la propria immagine o offendere un’altra persona bisogna evitare di inserirlo in rete perché da quel momento in poi sarà difficile rimuoverlo. La giustizia non riesce a stare al passo della velocità dei social e spesso, anche noi avvocati, dobbiamo rivolgerci al Garante delle Privacy per rimuovere alcuni dei contenuti non autorizzati e che riprendevano una ragazzina con il proprio fidanzato in una situazione intima”.

“Un’iniziativa a cui teniamo molto” sottolinea l’avvocato Sorge. “Due le ragioni: la prima perché gli avvocati finalmente escono dalle aule e iniziano un dialogo serio con il mondo sociale; la seconda perché iniziamo questo nostro dialogo proprio con i giovani e, soprattutto, nelle scuole. Interfacciarsi con la futura classe dirigente è una occasione da sfruttare per aiutarli, informarli ed riuscire ad evitare pericoli dettati dall’inesperienza del momento.

Giovani che vanno controllati “in primis dalla scuola, oltre che dai genitori, per far capire loro che purtroppo anche la semplice foto inviata su WhatsApp può diventare virale e creare problemi” sottolinea la penalista Manuela Palombi che da anni si occupa di violenza sulle donne con l’associazione “Forti Guerriere” del Rione Sanità. Un ciclo di eventi che abbraccerà “l’intero territorio cittadino e soprattutto quelle realtà più difficili e bisognose. Agli studenti vogliamo consegnare la nostra esperienza e i nostri valori” conclude l’avvocato Longhi.

Avatar photo

Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.