Energia
Idroelettrico: la santa alleanza per le concessioni in scadenza

I produttori di energia idroelettrica hanno dato vita ad una sorta di santa alleanza per difendere l’italianità delle concessioni in scadenza affinché esse siano riassegnate agli attuali concessionari. Un po’ come sta avvenendo con la concessione per la rete elettrica di distribuzione. Evitare le gare e continuare a godere delle rendite derivanti dalle concessioni sembra essere il loro principale obbiettivo. Io rimango convinto che gare ben fatte massimizzerebbero i vantaggi sia per il concedente, lo Stato, sia per i consumatori. E l’argomento secondo il quale gli attuali concessionari si impegnerebbero a nuovi investimenti è privi di fondamento.
Qualsiasi operatore farebbe gli stessi investimenti se fossero assicurati i ritorni adeguati di cui hanno ampiamente goduto fino ad oggi gli attuali concessionari. Anzi ci sarebbe da domandarsi come mai ancora non li abbiano fatti nonostante la “rendita idroelettrica” sia la più ricca fra tutte le forme di produzione di energia. Alcuni i dati sono impressionanti. Si tratta di 50 TWh pari al 20% circa della produzione nazionale. Inoltre a fronte di impianti ampiamente ammortizzati e a costi operativi molto bassi il valore della produzione ai prezzi del mercato elettrico nel 2019 è stato di 2,6 miliardi di euro, nel 2024 di 5,4 miliardi e nel 2025 in base ai prezzi attuali potrebbe valere 6,5 miliardi. Quasi 4 miliardi di euro in più rispetto alla, situazione precrisi, senza alcun investimento in più e senza alcun aumento dei costi. Solo grazie all’aumento dei prezzi del gas. L’unica risorsa che serve infatti è l’acqua e quella viene concessa pressoché gratuitamente dallo Stato e dalle Regioni.
Se allora proprio non si vogliono fare le gare lo Stato ha almeno il dovere di riappropriarsi di una buona parte della rendita idroelettrica e restituirla ai consumatori. Questo può essere fatto al rinnovo delle concessioni sottoponendo tutta la produzione idroelettrica al meccanismo dei contratti per differenza come avviene per i nuovi impianti solari e eolici. L’energia Idro continua ad andare in borsa ma restituisce il surplus rispetto a un prezzo che viene fissato ex ante e che deve remunerare gli investimenti, i costi operativi e garantire un equo profitto. L’ARERA sa bene come fare a stabilire il prezzo equo se non si vogliono fare le gare come avviene invece per le altre fonti rinnovabili. Sarebbe invece completamente assurdo che una rendita concessa con meccanismi fuori dal mercato per assegnazione diretta non fosse poi regolata e godesse invece dei benefici del mercato! Due errori da matita blu in un colpo solo.
Se invece lo Stato che è insieme concedente e azionista della principale azienda concessionaria di impianti idro, l’ENEL; preferisce godere dei dividendi anziché proteggere i consumatori tagliando le rendite ingiustificate non si cerchino poi scuse e pretesti per non affrontare gli alti costi dell’energia che gravano sulle famiglie e penalizzano la competitività delle imprese italiane. Le responsabilità sono chiare.
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