La fragilità del sistema politico italiano
Il caso Sangiuliano-Boccia scuote il governo Meloni, gli italiani vogliono il rimpasto: da Lollo a Santanché, chi traballa
Il governo Meloni sperava forse di archiviare rapidamente lo scandalo “Sangiuliano-Boccia” ma gli italiani non sembrano essere intenzionati a voltare pagina così facilmente. Il “Power Index” realizzato da LAB21.O1 in esclusiva per il Riformista rivela come questo “affaire” potrebbe rivelarsi più di un semplice incidente di percorso per l’esecutivo targato Fratelli d’Italia: 7 italiani su 10 ritengono che lo scandalo che ha travolto il ministro della Cultura abbia lasciato un segno profondo sul governo e in parte abbia minato l’immagine della premier.
Dimissioni Sangiuliano, plebiscito di consensi
Le dimissioni del ministro Sangiuliano? Un atto dovuto, a quanto pare: il 95% degli italiani ha apprezzato l’uscita di scena, dimostrando che quando si tratta di etica politica, i cittadini non sono disposti a fare sconti, a nessuno.
Gli italiani sembrano lanciare un messaggio chiaro anche agli altri membri del governo: se da un lato l’opinione pubblica nostrana non sembra lasciarsi troppo influenzare dal “chiacchiericcio social–gossip” quando si tratta di valutare l’operato dell’esecutivo (solo il 42,6% ritiene che questi fattori abbiano un peso rilevante), dall’altro gli italiani hanno non pochi dubbi sulla stabilità dell’esecutivo e sulla tenuta stagna dell’intera squadra di governo.
Le altre poltrone traballanti
Tra “gole profonde”, occhiali telecameranti, falchi e avvoltoi, il 74,2% degli intervistati fiuta già odore di altre poltrone traballanti. I ministri Lollobrigida all’Agricoltura e Santanchè al Turismo sembrano essere i candidati principali a un’uscita anticipata. Che sia già iniziato il toto-ministri da sacrificare? Se da una parte gli italiani sembrano non condannare il ministro Salvini, dall’altra mettono sulla graticola quello della Difesa, stretto collaboratore del presidente Meloni, Guido Crosetto.
In definitiva il caso “Sangiuliano-Boccia” mette a nudo la fragilità del sistema politico italiano, accendendo più di un allarme anche a livello di sicurezza interna e condivisione di informazioni sensibili, e pone seri interrogativi sulla capacità del governo Meloni di tenere la barra dritta in mezzo alla tempesta. Resta da vedere se l’esecutivo saprà trovare la bussola giusta per navigare in queste acque agitate o se finirà per sbattere contro gli scogli troppo spesso auto-prodotti.
Nota metodologica:
Indagine demoscopica campionaria (con estrazione randomica) realizzata attraverso la somministrazione di 1.500 interviste valide e complete ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne tramite metodologia di rilevazione ibrida (CATI/CAMI/CAWI). Periodo di rilevazione: 13 -18 SETTEMBRE 2024. I risultati mostrati sono al netto dei “non sa, non risponde, senza opinione”.
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