Era inevitabile che la campagna elettorale in Gran Bretagna sfociasse nel personale. Ma darsi del bugiardo a vicenda, in diretta televisiva dopo appena una settimana dall’inizio della campagna elettorale, fa impressione anche all’interno di una strategia senza esclusione di colpi. In tal senso il Regno Unito non è un’eccezione rispetto a quella che sembra la deriva del 2024, un anno frenetico e pieno di appuntamenti elettorali: attaccare la persona, non il partito o la sua linea politica.

Di recente si è tenuto il primo (e, a questo punto, unico) dibattito televisivo in diretta tra il leader del partito Conservatore e primo ministro, Rishi Sunak, e il leader laburista Sir Keir Starmer. Bisognerà vedere se il duello avrà un impatto sul voto. I sondaggi continuano a mostrare un pubblico indifferente e fermamente deciso a liberarsi dei Tories. Ma dal punto di vista mediatico è stata una sfida avvincente, seppur tragica per il livello infimo raggiunto. La domanda che ci si continua a porre dopo il dibattito è semplice: Rishi Sunak ha mentito? Ha mentito sistematicamente, almeno 12 volte, sui progetti fiscali del labour in caso di vittoria elettorale? “Alzeranno le tasse a tutti per 2.000 sterline”, ha ribadito più volte Sunak, inventandosi di sana pianta qualcosa mai annunciato dai laburisti, non presente nel manifesto laburista, cercando così di far passare una narrazione falsa con la pura forza della ripetizione.

Un primo ministro con le spalle al muro, di fronte alla realtà di 14 anni di fallimenti, che ricorre disperatamente alle bugie nella speranza che nessuno se ne accorga. Più che del dibattito televisivo ora si parla delle menzogne di Sunak. Forse è stata proprio questa la strategia scelta fin dall’inizio: i Tories hanno capito che non hanno alcuna possibilità di prendersi la scena rispettando le basilari regole di un dibattito. Se il 2016 ha segnato l’inizio della post-verità della politica, in particolare con l’elezione di Trump e la Brexit, ora siamo forse giunti a una politica post-moderna in cui non si discute neanche di realtà – bugie su un piano fiscale inventato di sana pianta.

Il teatrino solleva inevitabili domande sulle strategie per i futuri dibattiti in tv di quest’anno elettorale, in particolare per le europee e – ovviamente – per le presidenziali Usa di novembre. Forse nell’era di TikTok non conta tanto come ci si comporta nel dibattito, in modo oggettivo e completo, ma quanti momenti entusiasmanti si possono creare. Il motivo? Per essere poi rilanciati ripetutamente sui social media e cambiare così la narrazione oltre che la stessa identità e profilo del politico. La discussione non riguarda quindi il dibattito TV, ma la percezione e l’idea che gli elettori si formano su quanto accaduto nel dibattito ex ipso facto.

A questo punto una domanda sorge spontanea: perché Starmer ha impiegato così tanto tempo a smentire ciò che era palesemente falso? Gli è semplicemente sfuggito o si è trattato si strategia? Non a caso Starmer ha ricevuto critiche per essere rimasto così concentrato sul proprio messaggio da non accorgersi di ciò che era stato detto da Sunak. O magari Starmer ha deciso di non abbassare il livello della propria comunicazione a quello della falsità, restando così saldamente nel campo della verità.

Starmer ha poi definito l’affermazione “assolutamente infondata”, ma ormai la cifra (che secondo Sunak sarebbe basata su calcoli imparziali del Tesoro britannico) era già diventato il passaggio più memorabile del dibattito. Nonostante il ritardo della smentita, i sondaggi lampo sulle performance dei due leader nel dibattito hanno messo loro quasi alla pari. Un primo sondaggio di YouGov ha dato al leader Tory un vantaggio del 51/49% sul rivale laburista, anche se una successiva rilevazione di Savanta ha dato vincente Starmer con il 44% contro il 39%. Un terzo sondaggio di JLP ha dato a Starmer un vantaggio di 53/33% contro Sunak.

Lord Peter Mandelson – ex ministro laburista e famoso spin doctor di Tony Blair, il cosiddetto “Principe delle Tenebre” – ha detto che l’obiettivo principale di Starmer durante il dibattito era quello di mostrarsi come il primo ministro in pectore ed evitare di essere coinvolto in uno scontro verbale con Sunak. Se così fosse, dopotutto potrebbe aver funzionato. Anche se è molto pericoloso permettere al tuo avversario di mentire innumerevoli volte in modo palese davanti alla nazione, lasciando poi alla narrazione post-dibattito il compito di smentirlo piuttosto che tentare di farlo di persona. È la frontiera del nuovo mondo della politica.

Natale Labia

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