"Imploro dio per la pace in Myanmar"
Il Papa prega per le carceri e i detenuti: “Dio aiuti chi rende più umana la loro vita”
Disabilità, migrazione, appello per la pace nei paesi devastati dalla guerra e una preghiera per i detenuti nelle carceri dell’Ecuador. Papa Francesco ha rivolto un pensiero a tutti coloro che vengono considerati “ultimi” dalla società.
“Ognuno deve riconoscersi nel piccolo”
Il Vangelo di questa domenica, che Papa Francesco commenta all’Angelus, prosegue il racconto del brano letto due domeniche fa. “Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso“. Prima della recita dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro, Papa Francesco ha detto: “Chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi: non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì c’è Lui“.
Il Pontefice ha spiegato che ognuno di noi deve riconoscersi piccolo, perché ognuno di noi non basta a se stesso: “Nella prosperità, nel benessere, abbiamo l’illusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio – ha osservato Bergoglio – è un inganno, perché ognuno di noi è un essere bisognoso, un piccolo“.
Il Santo Padre ha poi spiegato: “Nella vita riconoscersi piccoli è il punto di partenza per diventare grandi. Se ci pensiamo, cresciamo non tanto in base ai successi e alle cose che abbiamo, ma soprattutto nei momenti di lotta e di fragilità – ha detto Francesco – lì, nel bisogno, maturiamo; lì apriamo il cuore a Dio, agli altri, al senso della vita. Quando ci sentiamo piccoli di fronte a un problema, a una croce, a una malattia, quando proviamo fatica e solitudine, non scoraggiamoci. Sta cadendo la maschera della superficialità e sta riemergendo la nostra radicale fragilità: è la nostra base comune, il nostro tesoro, perché con Dio le fragilità non sono ostacoli, ma opportunità“, ha sottolineato Bergoglio.
Ricordando il Vangelo di due settimane fa, il Pontefice sottolinea come ”Gesù, compiendo il gesto di abbracciare un bambino, si era identificato con i piccoli: aveva insegnato che proprio i piccoli, cioè coloro che dipendono dagli altri, che hanno bisogno e non possono restituire, vanno serviti per primi“.
Nel vangelo di oggi c’è scritto si indigna, dice ancora Papa Francesco “E la sua indignazione non è causata dai farisei che lo mettono alla prova con domande sulla liceità del divorzio, ma dai suoi discepoli che, per proteggerlo dalla ressa della gente, rimproverano alcuni bambini che vengono portati da Gesù. In altre parole, il Signore non si sdegna con chi discute con Lui, ma con chi, per sollevarlo dalla fatica, allontana da Lui i bambini“.
E proprio in occasione della giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche il Papa all’Angelus ha lanciato un appello: “Ognuno può dare una mano per una società dove nessuno si senta escluso“.
Appello per Myanmar e preghiera per detenuti dell’Ecuador
Una preghiera per i detenuti dell’Ecuador e un invito per costruire la la pace in Birmania. Nell’Angelus di oggi, il Papa ha lanciato uno sguardo verso quei paesi dove è in atto una violazione dei diritti umani. “Dio ci aiuti a sanare le piaghe del crimine che schiavizza i più poveri e aiuti quanti lavorano ogni giorno per rendere più umana la vita nelle carceri“, ha detto il Santo Padre ricordando la recente tragedia in carcere di Guayaquil in Ecuador dove, per scontri tra bande rivali, ci sono stati oltre cento morti e numerosi feriti.
E, intervenendo sul tema della situazione politica e sociale in Birmania, il Papa ha detto: “Desidero nuovamente implorare da Dio il dono della pace per l’amata terra del Myanmar perché le mani di quanti la abitano non debbano più asciugare lacrime di dolore e di morte ma possano stringersi per superare le difficoltà e lavorare insieme per l’avvento della pace“.
Indica esempio di due nuove beate a Catanzaro
Il Papa, all’Angelus, ha ricordato le due donne laiche che vengono beatificate oggi a Catanzaro: Mariantonia Sama’ e Gaetana Tolomeo. “Abbracciarono la croce della loro infermita’ trasformando il dolore in una lode al Signore“, ha sottolineato il Papa.
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