È finalmente rientrata, domata la guerriglia esplosa nel carcere di Guayaquil in Ecuador. 118 i morti negli scontri che erano cominciati martedì tra bande di detenuti rivali, sei persone sono state decapitate, 8 ferite: il peggior massacro all’interno di un carcere nella storia dell’America Latina. I numeri da bollettino di guerra riportatati dalle autorità giudiziarie che ieri sera hanno fato sapere di essere rientrati in pieno controllo del carcere. Il comandante della polizia, il generale Tannya Varela, ha dichiarato ai giornalisti che i detenuti “non hanno più il controllo delle celle”, aggiungendo che i prigionieri sono tornati nelle loro stanze e che “tutto è calmo”.

È stato necessario l’intervento di circa 900 ufficiali e membri di unità tattiche in una “mega operazione” per sedare le violenze. Almeno due gli agenti feriti. I detenuti erano armati di pistole. Hanno anche attaccato la polizia. All’esterno creato un cordone per evitare un’evasione di massa. Il caos nel carcere, già esploso in altre occasioni dall’inizio dell’anno, aveva portato centinaia di familiari preoccupati all’esterno dell’Istituto alla disperata ricerca di notizia dei loro cari dietro le sbarre.

La violenza era esplosa per un compleanno, secondo la ricostruzione del media Primicias. La festa per Victor, leader dei Los Choneros, nella notte del 24 settembre, ha provocato la rabbia dei clan dei Los Lobos e dei Tiguerones. Festeggiando uno dei loro capi i Choneros avrebbero mandato il messaggio: siamo a comandare qui. L’attacco è stato organizzato nel fine settimane ed è partito intorno alle 9:15 di martedì 28 settembre. Sotto il fuoco i padiglioni 8 e 9 per “eliminare i capi dei Los Choneros, prendere il controllo del carcere ed evitare che i suoi leader uscissero dai padiglioni”. Un gruppo dei Tiguerones ha attaccato anche i padiglioni 1 e 3, di massima sicurezza, decapitando cinque persone. Lo stesso commando si è poi diretto al settore 5 uccidendo 19 detenuti e lanciando una granata e sparando contro i sopravvissuti. I Choneros hanno risposto al fuoco.

Un altro massacro orrendo a febbraio 2021 in quattro diverse carceri del Paese aveva causato almeno 79 morti: 21 A Guayaquil e il resto tra Turi, Cuenca, Lacatunga e Cotopaxi. Anche dietro quegli scontri c’erano le “organizzazioni criminali” come disse il Presidente Lenin Moreno – cui è succeduto alla carica Guillermo Lasso, dopo il secondo turno delle elezioni dell’11 aprile 2021. A Guayaquil un’altra rivolta si era verificata lo scorso luglio. Tra le cause degli atti violenti nelle carceri anche il drammatico sovraffollamento degli Istituti: in Ecuador sono circa 40mila i detenuti per una capienza di circa 28mila posti.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.