Sulla scuola in costruzione di via della Rotondella sembra essere piombata la stessa maledizione della Bella Addormentata nel Bosco. Nella fiaba la principessa si pungeva con l’arcolaio e su tutto il castello crescevano rovi e tutto restava fermo. E lo stesso è successo alla scuola che è stata costruita nel territorio di Chiaiano ai tempi della giunta Iervolino. O meglio, è stata autorizzata nel 2002 ma nel 2008, a cantiere iniziato si ci accorse che non c’erano i permessi per costruire in quel luogo legato a vincoli paesaggistici. Ma che fine hanno fatto quelle carte?

Salvatore Passaro, energico consigliere della Municipalità 8 che da 20 anni segue il difficile iter di quella scuola ne ha ricapitolato la storia: “Quando si è innescato il meccanismo che la scuola della Rotondella non aveva le autorizzazioni, il Sovrintendente Cozzolino ha relazionato al Ministero dei beni ambientali che quella scuola andava completata anche per migliorare la qualità della vita del circondario – dice il consigliere – Evidentemente lo stesso sovrintendente si era reso conto che le strutture in quella zona erano precarie. Così è stata fatta richiesta di autorizzazione al ministero dei beni ambientali. Poi è sopraggiunto un nuovo sovrintendente e lì il silenzio totale. Poi c’è stata una segnalazione che la scuola è priva di documenti e infine la disposizione dell’ultimo sovrintendente che ha stabilito che ha stabilito che la scuola non può stare in piedi. Intanto sono cambiati sovrintendenti, sindaci, assessori e tecnici del comune. Per un fatto logico io dico che quelle carte sono andate perdute, non è possibile che si sia costruito senza autorizzazioni”.

A oggi la scuola non è sottoposta a sequestro giudiziario, nessuna sentenza della Procura per l’abbattimento, ma le carte dicono che quella scuola non può stare lì. “Eppure anche se non sono un tecnico ma sono le carte che parlano – dice il consigliere Passaro – Rotondella è una scuola sicura. Non si trovavano i saggi geologici della scuola. Tempo fa commissionammo a una società che si è occupata di dissesto idrogeologico della Collina dei Camaldoli, hanno fatto un saggio a 7 metri, una sonda non si è potuta recuperare perché hanno incontrato il tufo, quindi non è terreno da riporto. Abbiamo trovato anche i saggi geologici presenti al Genio Civile della Regione”.

La scuola dunque c’è anche se è abbandonata e il cantiere sembra essere interrotto da poco. Basterebbe metterci mano nuovamente e sarebbe pronta ad ospitare circa 400 alunni che di scuola hanno sete e bisogno. Non solo. “Questo è un territorio ricco di tessuto associativo ma che presenta tantissimi fenomeni di disgregazione sociale – dice Nicola Nardella, da poco presidente della Municipalità 8 – La disgregazione sociale si combatte incrementando le scuole sul territorio. La perdita di quella scuola sarebbe una sconfitta che io reputo gravissima”.
Salvatore Passaro segue la vicenda da oltre 20 anni. All’epoca si iniziò come circoscrizione di Chiaiano al recupero del bene comunale. Allora Passaro era il presidente della commissione Ptrimonio della circoscrizione Chiaia: “Il Comune di Napoli negli anni ’60 comprò questo suolo per realizzare edilizia residenziale pubblica – dice – Fu occupata abusivamente e come prima cosa facemmo delle azioni per il recupero del bene comunale. Da lì la necessità di costruire la scuola in un territorio in cui ce n’è un gran bisogno”.

Quella scuola nei progetti della Municipalità potrebbe diventare un vero punto di riferiemnto per tutta la comunità. Una struttura aperta a tutti, dai bambini ai nonni passando per le famiglie, offrendo attività sportive e ricreative, diventando un vero polo di aggregazione sociale. Non solo. È circondata da molti ettari di terreno che consentirebbero ai vicini ospedali di avere la loro pista di atterraggio per l’elisoccorso. “Ho sentito il vicesindaco e c’è da dire che intanto c’è un grande lavoro istruttorio da fare perché la questione è molto complessa – ha detto il presidente della Municipalità- Posso rappresentare che c’è un grande interesse a non usare soluzioni di forza”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.