Una scuola abusiva, voluta e costruita dal Comune di Napoli, che ora però rischia di essere abbattuta a causa del vincolo paesaggistico segnalato dalla Sovrintendenza e del rischio idrogeologico già denunciato, nel 2010, dalla ditta che si è occupata dei lavori. Il caso dell’edificio costruito in via Rotondella, nel quartiere di Chiaiano, tiene banco da giorni a palazzo San Giacomo dopo l’appello lanciato da Salvatore Passero, consigliere dell’VIII Municipalità (Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia), di evitare l’abbattimento e offrire una scuola, «già completata», a un territorio che ne ha il disperato bisogno.

Come sia stato possibile aver avvito i lavori senza raccogliere le necessarie autorizzazioni resta tutt’oggi un mistero. L’edificio, che rientra nel bosco del Parco metropolitano delle Colline, è sottoposto al vaglio della Procura che dovrà valutare tutti gli atti girati dalla Sovrintendenza. Voluta dalla Giunta Iervolino nel 2004, i lavori per la costruzione della scuola sono iniziati quattro anni dopo per un costo di svariati milioni di euro. Avrebbe dovuto accogliere almeno 400 alunni. Sulla vicenda è intervenuto anche Catello Maresca, magistrato e leader del centrodestra in consiglio comunale: «Ci vuole subito una scelta politica per salvare un edificio che potrebbe essere destinato ai bambini di una zona dove c’è carenza di istituti scolastici. Uno sforzo che il Consiglio comunale dovrà assumere, e che sollecitiamo con forza».

«Si tratta di una questione di rispetto delle regole – continua Maresca – spesso, come in questo caso, concorrenti e stabilire quali prevalgano. La mancata autorizzazione paesaggistica per una scuola già realizzata con fondi pubblici, salvo gli accertamenti delle responsabilità di natura penale e contabili, impone di cercare una procedura che, pur confermando che obiettivo primario di fronte a ogni tipo di abuso edilizio sia la demolizione dell’immobile, impone altresì nel rispetto della legge di tentare per un interesse pubblico di evitare l’abbattimento e acquisire il bene al patrimonio comunale». Una soluzione questa, secondo il consigliere di opposizione, «indispensabile per evitare ulteriore spreco di denaro pubblico, in questo caso oltre due milioni di euro (nel rispetto del Decreto ministeriale 1444/1968, che prevede in particolare all’articolo 3 in relazione all’edilizia scolastica un quota di aree riservate per l’istruzione ossia asili nido, scuole materne e dell’obbligo)».

Dura la presa di posizione di Pasquale Di Fenza, consigliere regionale dei Moderati: «Trovo del tutto paradossale che chi sta denunciando oggi questa clamorosa vicenda negli anni scorsi non si sia accorto di nulla». Poi aggiunge: «Ci sono una serie di atti e documenti corredati da errori che sono stati vagliati dalla Giunta de Magistris e successivamente ratificati dal Consiglio Comunale. Fatti di una gravità assurda: è una struttura che rischia di essere abbattuta e che non può passare in sordina, chi ha sbagliato si assuma tutte le responsabilità del caso». Per Di Fenza «solo un condono edilizio che abbia le stesse caratteristiche della legge n.47 del 1985 può salvare dalla demolizione l’edificio scolastico in questione».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.