Nonostante le proteste andate avanti per settimane e il presidio sin dall’alba di venerdì 24 settembre, è stata abbattuta nel corso della giornata una palazzina abusiva a Pianura, periferia occidentale di Napoli, dove fino a pochi giorni fa vivevano due famiglie con quattro bambini. Le ruspe sono entrate in azione al civico 6 di via Vicinale Masseria Grande, in una zona dove nei decenni scorsi sono state costruite centinaia di abitazioni non in regola. Un vero e proprio dramma quello vissuto dai fratelli Ciotola, uno dei quali portato in ambulanza in ospedale dopo aver accusato un malore, che al momento hanno trovato una sistemazione temporanea in casa di vicini (anch’essi residenti in una casa abusiva) e parenti.

Tensione alle stelle nel quartiere napoletano, storicamente noto per la forte speculazione edilizia avvenuta negli anni post terremoto con il benestare dei politici di turno. Ed è proprio a politici, magistrati e prefetto di Napoli che è rivolto l’appello di diverse associazioni per la tutela del diritto alla casa nonché di decine di cittadini che da tempo vivono in case non condonate. “Venite qui, venite a vedere questo dramma sociale, lo Stato ci ha tradito” denunciano in tanti.

“Oramai le case abusive ci sono, abbiamo un comune in dissesto: create un piano di recupero, queste persone sono disposte a pagare. Troviamo una soluzione perché Pianura e Soccavo sono quasi tutte abusive: che dobbiamo fare, buttare tutte le case a terra?” chiede l’attivista Roberto Clemente, originario del quartiere di Soccavo. “Non vogliamo la violenza, ringraziamo la polizia che sta gestendo la situazione in modo intelligente. Siamo consapevoli che queste case sono abusive, così come sappiamo che molte abitazioni del quartiere lo sono. I proprietari vogliono pagare per mettersi in regola o vogliono una soluzione alternativa. Dove sono i politici? Noi vogliamo parlare con chi comanda, non con la polizia che è costretta ad eseguire gli ordini”.

Aggiunge Emanuele Vitale, altra attivista che risiede in una casa abusiva che potrebbe essere buttata giù nelle prossime settimane: “L’abitazione abbattuta non è stata costruita per speculazione ma per necessità. Ho assistito a un discorso chiaro e tondo del magistrato che ha specificato di non avercela con le persone ma con i comuni che all’epoca non hanno gestito bene la situazione. Adesso però chi ne fa le spese sono i cittadini, qui il quartiere è al 90% abusivo. Vogliamo che magistrati e prefettura vengano qui a vedere con i propri occhi la situazione”.

Le famiglie Ciotola hanno ricevuto la visita inaspettata della polizia alla vigilia del primo giorno di scuola. Ad aprire la porta di casa agli agenti proprio uno dei quattro bambini. “Anche gli avvocati hanno sbagliato – incalza Vitale – perché non hanno avvisato le famiglie in questione dell’avvenuta notifica dello sfratto e della demolizione. Questi legali sono stati pagati profumatamente e adesso non ci sono”.

Franco Ciotola, padre dei due figli che da oggi si trovano ufficialmente senza casa, non ci sta: “Ci hanno buttato in strada all’improvviso con i mobili e altre cose. Siamo accampati. Non è possibile quello che sta succedendo, non c’è stata nessuna notifica. Adesso i miei figli vivono a casa di uno zio e in una piccola abitazione che ha solo una stanza e un bagno. Vogliamo un aiuto, un ferma-ruspe, nessuno però fa qualcosa”.

“Nemmeno gli animali vengono trattati così” commenta Rosa Terracciano. “Come date rifugio ad altre persone, aiutate anche noi. Non buttateci così. Tutta Napoli si trova in questa situazione quindi adesso trovate una soluzione a questo dramma”

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.