“Cosa spiegherò ai miei figli? Che fine ha fatto la nostra casa dove è nato e cresciuto?”. È questo che si chiedono gli Stabile, due nuclei familiari di Casal di Principe, Caserta, con 2 bambini minori di 8 anni ciascuno, che il 2 settembre all’alba si sono cisti arrivare le ruspe sotto casa in via Ancona. E con esse un grosso dispiegamento di forze dell’ordine. La loro casa è abusiva, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto che andasse abbattuta. Nemmeno le dimissioni del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, è riuscito a evitarlo.

Per gli Stabile e per il Comune di Casal di Principe, sono stati due giorni lunghissimi. Tutto è iniziato con le dimissioni del sindaco Renato Natale. L’amministrazione comunale aveva chiesto senza successo una proroga di 100 giorni alla Procura per adibire un ben confiscato a social house, così da poter ospitare le due famiglie con 4 minori che vivono in quell’immobile. Ieri pomeriggio c’era stata una protesta di cittadini e associazioni. Poi all’alba l’arrivo delle ruspe.

Polizia, carabinieri e vigili del fuoco hanno transennato al zona. Gli Stabile si sono barricati in casa. Intanto tutt’intorno amici, parenti e sostenitori del Coordinamento dei Comitati a Difesa del diritto alla casa della regione Campania si sono radunati per supportare gli Stabile in questo drammatico momento. Il problema dell’abbattimento delle case abusive riguarda tanti cittadini di Casal di principe. In quel comune sono infatti 250 le case da abbattere. Molti non possono permettersi di pagare la demolizione come previsto per legge e per loro il comune dovrà investire circa 200mila euro a casa.

Per tutta la mattinata i funzionari della Polizia di Stato hanno cercato di convincere gli inquilini del palazzo da demolire a lasciare l’immobile. Una delle donne ha accusato un malore. Tanti cittadini sono giunti sul posto per portare solidarietà, ma carabinieri e polizia hanno ”sigillato’ gli accessi mettendo in obliquo i furgoni per il trasporto degli agenti. Sono otto in totale i residenti nel palazzo, due coppie con due figli piccoli ciascuna. “Si sono sposati da poco e sono entrati in casa quando ancora non era finita – dice una donna a proposito di una delle coppie residenti – stavano concludendo la casa piano piano non avendo molti soldi e facendo lavori saltuari. Ora che fine faranno?”

L’abusivismo a Casal di Principe è una piaga enorme. Molte delle costruzioni, tra cui la casa degli Stabile, è stata costruita circa 20 anni fa quando mancavano piani regolatori e altri strumenti urbanistici; una zona dove le strade non sono asfaltate e mancano servizi. “Qui c’era un altro Stato, quello reale ci ha accantonato per anni: tutti costruivano affidandosi a false promesse di politici o credendo ad altre promesse. Poi ora si ricordano di quegli edifici costruiti 20 anni fa – spiegano Comitati a Difesa del diritto alla casa della regione Campania – ancora una volta oggi ci sentiamo abbandonati dallo Stato”. “Ogni colpo della ruspa è una pugnalata al cuore” dice la proprietaria di un altro stabile vicino, pure abusivo. “Tanti sacrifici inutili”. Alla fine della mattinata gli Stabile sono usciti senza opporre resistenza e sono andati via in lacrime. “Li buttano in strada con 4 bambini piccoli, che vergogna!”, gridano i manifestanti.

“La casa è stata abbattuta, ma ora ci aspettiamo delle risposte dal tavolo interministeriale convocato dal ministro Mara Carfagna”. È quanto afferma l’assessore all’istruzione del comune di Casal di Principe (Caserta) Marisa Diana, intervistata dall’Ansa, al lavoro in queste ore con il sindaco dimissionario Renato Natale per cercare di trovare una sistemazione alle due famiglie che risiedevano fino a stamani nell’immobile di via Ancona.

Le due famiglie sono legate da stretti legami di parentela, in quanto nelle due coppie di coniugi con due figli ciascuna, i mariti sono fratelli gemelli. Subito dopo le dimissioni del sindaco, per i due nuclei si è mossa la Diocesi di Aversa, attraverso il vicario don Franco Picone, che ha proposto la sistemazione nella parrocchia di San Nicola di Bari di Casal di Principe, la chiesa dove Don Peppe Diana celebrava e fu ucciso, o di reperire un appartamento il cui fitto sarebbe a carico della Curia. Intanto molti hanno criticato la scelta della Procura di procedere ugualmente con gli abbattimenti.

La risposta della Procura alle critiche

“Le famiglie dell’immobile abusivo di via Ancona a Casal di Principe hanno già soluzioni alternative”. E’ in sostanza questo il messaggio diffuso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, in una nota, per far chiarezza sulla vicenda balzata alla cronaca negli ultimi giorni. A poche ore dall’avvio delle operazioni di demolizione, la Procura ha voluto far chiarezza sia sulla situazione in generale che sulle richieste negate al sindaco Renato Natale, dimessosi ieri proprio per tale vicenda. “Questa situazione venne rappresentata dal sindaco il 29 marzo 2021, e ha dato luogo, da parte di questo ufficio, all’accoglimento delle richieste di rinvio, tant’è che l’esecuzione è stata differita al 2 settembre” – spiegano dalla Procura – “Decorso ampiamente il termine concesso, è stata fissata pertanto l’esecuzione del 2 settembre, non potendo ulteriormente rinviare la demolizione anche in virtù delle situazioni di pericolo del fabbricato”.

Questa mattina le famiglie, all’arrivo delle ruspe, si sono barricate in casa, uscendone solo dopo una lunga mediazione con le forze dell’ordine. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, attraverso una nota, ha però spiegato che “I nuclei familiari hanno reperito soluzioni alternative. Uno dei due era già anagraficamente residente, sin dal dicembre 2020, in un’abitazione diversa da quella oggetto della demolizione, usufruendo di alloggio popolare, così come riferito da uno dei componenti del nucleo alla polizia giudiziaria operante. Il secondo nucleo familiare – aggiunge – ha ugualmente riferito alla polizia giudiziaria, alcuni giorni prima dell’esecuzione, di aver rinvenuto una soluzione alloggiativa in affitto. Pertanto, appaiono venuti meno i presupposti posti a fondamento della richiesta di rinvio, atteso che le due famiglie hanno trovato sistemazione altrove, circostanza che ha reso possibile l’esecuzione della demolizione del fabbricato che versava in situazione di pericolo”.

Il sindaco Natale smentisce

“Ho rassegnato le dimissioni per lanciare un messaggio alla politica. Sull’abusivismo è necessario modificare la legge. Il mio è un grido d’allarme, una richiesta di aiuto al governo. So che oggi si è riunito un tavolo interministeriale per discutere anche le nostre proposte, e ce ne sarà presto un altro. Se ci saranno risultati, se ci saranno le condizioni per poter governare, allora potrò pensare di revocare le dimissioni. Altrimenti no, perché fra qualche settimana potrei ritrovarmi nella stessa situazione”. Così a LaPresse Renato Natale, sindaco dimissionario di Casal di Principe, dopo l’abbattimento di un immobile abusivo che ospitava due famiglie con 4 minori. La Procura, che ha negato la proroga chiesta dal Comune per adibire a social house un bene confiscato alla camorra, ha spiegato in una nota che le due famiglie avevano trovato soluzioni alternative. “Una famiglia si è appoggiata temporaneamente a casa di un genitore, in una struttura piccolissima. L’altra in una casa popolare che era dei genitori, con il dubbio dell’illegittimità. Non credo che queste siano soluzioni alternative. Hanno dovuto arrangiarsi per paura di perdere i figli”, ha aggiunto Natale. “Queste persone, soprattutto i bambini, pagheranno per anni le conseguenze psicologiche. Noi avremmo potuto ridurre i danni”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.